Giancarlo La Vella – Città del Vaticano
La Giornata Mondiale della Terra mai come quest’anno chiama all’appello tutte le Nazioni, soprattutto quelle industrializzate, ad un impegno comune per fermare lo sfruttamento indiscriminato delle risorse del nostro pianeta. In occasione di questa ricorrenza parte anche un vertice sul clima, che si tiene oggi e domani in modalità virtuale, su iniziativa statunitense, alla presenza di 40 leader mondiali, proprio nel momento in cui il presidente americano, Joe Biden, ha espresso l’intenzione di far rientrare gli Usa nell’accordo di Parigi del 2015 sulla salvaguardia del clima. Washington ne era uscita nel 2018. Una sorta di preparazione alla Conferenza sui cambiamenti climatici COP 26 che si tiene quest’anno a Glasgow, in Scozia, dal 1° al 12 novembre.
Un rapporto più rispettoso del Creato
Francesco ha sempre auspicato che si crei un’alleanza tra essere umano e ambiente, che altro non è che una declinazione del concetto di “ecologia integrale”, conosciuto ormai ovunque grazie all’enciclica Laudato si’. Tutto quanto sta accadendo, dalla pandemia al cambiamento climatico, ha rilevanza su qualsiasi aspetto della vita, sociale ed economico, etico e politico. E tutto incide sulla vita dei più poveri e fragili, afferma spesso il Papa, facendo appello alla responsabilità di promuovere, con un impegno collettivo e solidale, una cultura della cura, che ponga al centro la dignità umana e il bene comune. Giustizia, equità, sicurezza, dal punto di vista ambientale, sono per Francesco priorità oggi irrinunciabili.
Quali strategie
Riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, uso razionale delle risorse e altre iniziative vanno messe in pratica per interrompere il continuo avvelenamento della Terra. La stessa Santa Sede, ha assicurato Papa Francesco, è impegnata a far sì che lo Stato della Città del Vaticano riduca a zero le emissioni nette prima del 2050, intensificando gli sforzi di gestione ambientale, già in corso da alcuni anni, che rendano possibile l’uso razionale di risorse naturali come l’acqua e l’energia, l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, la riforestazione, e l’economia circolare anche nella gestione dei rifiuti.
Un necessario cambiamento di rotta
Si tratta di avviare un complesso di azioni che si rifà all’ecologia integrale, un valore per il quale Francesco chiede un’educazione a mettere al primo posto la cura dei beni comuni nelle politiche nazionali e internazionali e favorire la produzione sostenibile anche in Paesi a basso reddito, condividendo tecnologie avanzate appropriate. Le misure politiche e tecniche si devono, dunque, unire per realizzare un processo educativo che favorisca un modello culturale di sviluppo e di sostenibilità incentrato sulla fraternità e sull’alleanza tra l’essere umano e l’ambiente. È giunto il momento di un cambiamento di rotta, chiede il Papa. Non rubiamo alle nuove generazioni la speranza in un futuro migliore.