Chiesa Cattolica – Italiana

Obolo di San Pietro, lo scorso anno finanziati progetti per dieci milioni di euro

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

“La Chiesa è tutti noi! Tutti coloro che seguono il Signore Gesù e che, nel suo nome, si avvicinano agli ultimi e ai sofferenti, cercando di offrire un po’ di sollievo, di conforto e di pace”. La frase di Francesco, presa dall’udienza generale del 29 ottobre 2014, suggella le cinque pagine di cifre che mettono nero su bianco il bilancio 2021 dell’Obolo di San Pietro, la tradizionale colletta che a fine giugno destina le risorse ottenute dalla generosità di singoli fedeli, diocesi e organismi benefici tanto al sostegno della carità del Papa verso i bisognosi del pianeta, quanto alle strutture che ne accompagnano la missione apostolica.

Il quadro generale del 2021

E il sostegno per lo scorso anno si è concretizzato in una raccolta che ha sfiorato complessivamente i 47 milioni di euro (46,9 per l’esattezza), a fronte di spese pari a 65,3 milioni di euro. Per un raffronto, nel 2020 la raccolta aveva superato di poco i 44 milioni (44,1), ma già dal 2015 al 2020, aveva ricordato padre Guerrero, l’Obolo aveva visto una diminuzione del 23%, ulteriormente penalizzata da un ulteriore 18% nel 2020 a causa della pandemia.

A costituire il totale di quanto ricavato nel 2021 sono state le varie voci che alimentano l’Obolo, a partire dalla raccolta effettuata durante la solennità dei Santi Pietro e Paolo in tutte le diocesi del mondo, per arrivare alle offerte ricevute tramite bonifici, donazioni, lasciti, eredità e attraverso gli accrediti effettuati utilizzando la pagina web https://www.obolodisanpietro.va/en/dona.html. La fetta maggiore delle donazioni (65%) è arrivata dalle diocesi e un altro 10% circa da Fondazioni, oltre a somme minori avute da donatori privati e istituti religiosi. Da un punto di vista geografico, a contribuire all’Obolo 2021 sono stati per la maggior parte gli Usa (29,3%), seguiti da Italia (11,3%), Germania (5,2%), Corea (3,2%) e Francia (2,7%). La raccolta per Paesi ha coperto il 75% del totale, la quota restante è stata devoluta alla Santa Sede da Fondazioni e istituti religiosi.

La ripartizione delle somme

Gli ambiti cui l’Obolo eroga i fondi riguardano da un lato il servizio svolto dalla Curia Romana, dall’altro le numerose opere caritative che assistono direttamente i più bisognosi. Dei 65,3 milioni di euro spesi nel 2021, 46,9 milioni di euro sono stati finanziati per l’appunto dalle offerte ricevute nel corso dell’anno, mentre i rimanenti 18,4 milioni sono stati finanziati dal patrimonio stesso dell’Obolo. In particolare, 55,5 milioni di euro hanno contribuito alle attività promosse dalla Santa Sede nello svolgimento della missione apostolica del Papa, mentre come detto circa 10 milioni di euro (9,8 milioni per l’esattezza) hanno riguardato progetti di assistenza.

L’aiuto ai più bisognosi

Nel dettaglio, l’assistenza offerta alle diocesi con pochi mezzi, a istituti religiosi e fedeli in gravi difficoltà (poveri, bambini, anziani, emarginati, ma anche vittime di disastri naturali, vittime di guerra, rifugiati, migranti, ecc.) ha visto al Santa Sede donare nel 2021 oltre 35 milioni di euro e una parte di questo contributo, i suddetti 9,8 milioni di euro, sono arrivati dall’Obolo, cifra quest’ultima che ha permesso di promuovere 157 progetti in 67 Paesi. A beneficiarne è stata soprattutto l’Africa (41,8%), seguita da America (23,5), Asia (8,2%) ed Europa (1%). Tre le aree di intervento si distinguono i progetti sociali (costruzione di scuole, progetti di tutela della dignità umana ecc.), il sostegno alla presenza evangelizzatrice delle chiese in difficoltà (per esempio la costruzione di dormitori in Sud Sudan e Indonesia), l’espansione e mantenimento della presenza evangelizzatrice (costruzione di nuove chiese).

L’aiuto alla missione del Papa

I 55,5 milioni di euro destinati nel 2011 al sostegno del ministero papale hanno finanziato per il 23% l’ammontare della spesa totale dei dicasteri dedicati alla missione apostolica nello stesso anno, esclusi quelli amministrativi (pari a 237,7 milioni). Si tratta delle strutture, rinnovate dalla recente costituzione apostolica Praedicate Evangelium, che collaborano con il Pontefice nella sua missione a capo della Chiesa universale e comprendono le varie forme in cui si esprime l’evangelizzazione (spirituale, educativa, di giustizia, di comunicazione, di carità politica, di attività diplomatica, ecc.).

Un anno fa, alla vigilia della colletta, il prefetto della Segreteria per l’Economia, il gesuita Juan Antonio Guerrero Alves, sottolineava così in un’intervista alla nostra testata l’importanza del contributo garantito dall’Obolo: “È importante collaborare perché non possiamo pensare che la missione della Chiesa possa essere sostenuta senza il contributo dei fedeli. L’annuncio del Vangelo in tutto il mondo, con tutto ciò che comporta, presuppone una struttura di sostegno”.

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