Nuovo test missilistico della Corea del Nord. Allarme in Giappone

Vatican News

Resta alta la tensione nello scacchiere geopolitico dell’Asia Orientale. Dopo le esercitazioni cinesi di fronte a Taiwan, nella notte la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico verso il Mar del Giappone. Il governo di Tokyo ha messo in stato d’allarme la popolazione. Dura la condanna degli Stati Uniti

Marco Guerra – Città del Vaticano

Il missile balistico a lungo raggio, lanciato dalla Corea del Nord nelle prime ore di giovedì 13 aprile, è caduto nel Mar del Giappone, al largo dell’isola di Hokkaido, senza causare danni, ma l’allarme è stato alto nel Paese del Sol Lavante, con le autorità che hanno invitato la popolazione della regione settentrionale a mettersi al riparo all’interno di edifici robusti o sotterranei.

Missile a combustibile solido

Secondo le forze armate della Corea del Sud forse si è trattato di un missile a “combustibile solido”, una tecnologia che è da tempo tra gli obiettivi militari di Pyongyang. Gli Stati Uniti hanno “condannato con forza” il nuovo test e il presidente Biden valuta la situazione in stretto coordinamento con gli alleati. Si tratta dell’ultimo di una serie di lanci missilistici che la Corea del Nord ha eseguito quest’anno in risposta alle esercitazioni militari sudcoreane e statunitensi. Durante una riunione militare, lunedì il leader nordcoreano, Kim Jong-un, ha esaminato i piani di attacco in prima linea e vari documenti di combattimento e ha sottolineato la necessità di rafforzare il suo deterrente nucleare con “una velocità crescente in modo più pratico e offensivo”, secondo l’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord.

Tensione tra Cina e Taiwan

Sempre nel Pacifico, ma più a sud, non si allenta la tensione tra Cina e Taiwan, dopo i tre giorni di massicce manovre militari delle forze cinesi attorno all’isola considerata da Pechino una provincia ribelle.  “I leader cinesi ci penseranno due volte prima di decidere di usare la forza contro Taiwan” ha detto il ministro degli Esteri di Taipei, anche perchè, secondo indiscrezioni, il governo degli Stati Uniti, sta sollecitando alcuni Paesi europei a fornire armi a Taiwan. Nei giorni scorsi il presidente cinese, Xi Jinping, ha chiesto alle sue forze armate di serrare i ranghi e di rafforzare l’addestramento nella direzione di combattimenti veri.