Michele Raviart – Città del Vaticano
E’ stato un “atto terroristico” di un “estremista violento” ispirato all’ideologia dello Stato Islamico, quello che è avvenuto in un supermercato di Auckland, in Nuova Zelanda, dove un uomo originario dello Sri Lanka ha accoltellato sei persone, ferendone tre in modo gravissimo prima di essere ucciso dalle forze dell’ordine. Ad affermarlo è stata la premier neozelandese Jacinda Ardern in conferenza stampa, ribadendo che “quando accaduto oggi è stato spregevole, odioso, sbagliato”.
L’uomo era noto alle forze dell’ordine
L’attentatore era arrivato in Nuova Zelanda del 2011 ed era una minaccia nota fin dal 2016. Per questo era costantemente monitorato dalle forze di sicurezza. “Per legge non potevamo tenerlo in prigione”, ha sottolineato Ardem, che ha ribadito che la polizia ha utilizzato ogni mezzo legale e di sorveglianza a disposizione “per cercare di proteggere le persone da questo individuo”. Ancora ignote le ragioni di questa sorveglianza, ma la premier ha chiesto che per interesse pubblico vengano diffuse più informazioni possibili.
Il commento della polizia
Sessanta secondi è il tempo impiegato dalle forze di sicurezza per fermare l’attentatore, in un Auckland in pieno lockdown per la pandemia e in cui sono aperti sostanzialmente solo supermercati e alimentari. “Riconosco che questa situazione solleva dubbi sul fatto che la polizia avrebbe potuto fare di più, intervenire più rapidamente”, ha commentato il capo della polizia neozelandese Andrew Coster, “ma io sono soddisfatto”. “La realtà”, ha aggiunto, “è che quando si sorveglia qualcuno 24 ore su 24, sette giorni su sette, non è possibile essere immediatamente accanto a lui in ogni momento”. Nel marzo del 2019, lo ricordiamo, la Nuova Zelanda fu colpita da un attentato di stampo islamico, in cui un uomo di 28 anni uccise 50 persone nella Moschea e nel centro islamico di Christchurch.