Chiesa Cattolica – Italiana

Nove anni fa l’inizio del Pontificato di Francesco. Gli auguri di Mattarella

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Nove anni fa, il 19 marzo 2013 solennità di san Giuseppe, “una coincidenza molto ricca di significato”, Papa Francesco celebrava in Piazza San Pietro la Messa di inizio Pontificato, alla presenza di 31 capi di Stato, 11 capi di governo, 6 sovrani regnanti, 130 delegazioni da tutto il mondo e migliaia di fedeli. A Francesco fu imposto il Pallio e consegnato l’Anello del Pescatore, una delle insegne che il Successore di Pietro riceve durante la Messa solenne di inizio della sua missione petrina.

La vocazione alla custodia 

Nell’omelia, tutta incentrata sul concetto della custodia, il Papa parlava di san Giuseppe come del custode di Gesù e di Maria spiegando in che modo aveva esercitato il compito che gli era stato affidato: “Giuseppe è custode – affermava -, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge”. La vocazione di custodire, diceva ancora Francesco, significa “avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia”.

Le insegne pontificie presso la tomba di san Pietro

Il vero potere è il servizio

E non mancava, Papa Francesco, di osservare che “in ogni epoca della storia, purtroppo, ci sono degli ‘Erode’ che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna”, richiamando quindi al loro dovere di custodia coloro che rivestono ruoli di responsabilità. In riferimento poi all’inizio del suo Pontificato e al potere che Gesù consegna a Pietro, ricordava che “il vero potere è il servizio”. Impressionante l’attualità delle parole con cui Francesco concludeva l’omelia citando le parole di san Paolo nei riguardi di Abramo: “credette, saldo nella speranza contro ogni speranza” e commentando “Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza”.

Papa Francesco nella messa di inizio Pontificato

Mattarella: Magistero, punto di riferimento e luce di speranza 

In occasione del nono anniversario dell’inaugurazione del Pontificato, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, scrive oggi a Papa Francesco un messaggio in cui si fa portavoce di tutto il popolo italiano esprimendogli gli auguri e la gratitudine “per la speranza che il Suo alto Magistero continua a rappresentare anche nelle dolorose circostanze che stiamo vivendo”. Dopo l’emergenza sanitaria, il mondo vive di nuovo, scrive Mattarella, “una condizione di incertezza e angoscia a seguito dell’aggressione russa all’Ucraina”, che “scuote alle sue fondamenta l’ordine internazionale violando le più elementari regole della pacifica convivenza”. In questo contesto, prosegue, “le Sue accorate invocazioni contro la guerra assumono la veste di un appello – rivolto soprattutto a coloro che hanno in mano i destini di così tante vite umane – affinché si ritrovino le ragioni del dialogo e si ponga fine a una situazione gravissima e inaccettabile che mette a repentaglio la sicurezza e la stabilità globali. Nella consapevolezza che ogni guerra lasci il mondo peggiore di come l’ha trovato – si legge ancora nel testo – , la costante sollecitudine della Santità Vostra a mai smarrire il sentiero della fratellanza costituisce un ancoraggio prezioso e un saldo punto di riferimento per far prevalere le ragioni della pace”. Nel messaggio, il presidente della Repubblica italiana rinnova quindi a Papa Francesco i migliori auguri “per la continuazione della Sua missione alla guida della Chiesa universale”.

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