Il Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana si è aperto con la riunione di 5 gruppi di lavoro: Premi Nobel, ambiente, scuole, fragili, e associazioni. Parlando a margine di questo evento il segretario di Stato ha anche affermato che Papa Francesco sta bene e ha già manifestato il desiderio di riprendere il lavoro
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Oggi vi riunite come segno di speranza per il mondo. Già il vostro essere qui insieme rappresenta un segno di speranza. Avete scelto infatti di far incontrare la ricchezza di differenze e di esperienze, di cui ciascuno è portatore, per testimoniare ciò che unisce la nostra umanità e ci permette di riconoscerci fratelli tutti, come il Santo Padre Francesco insegna con il suo magistero”. Con queste parole del cardinale Pietro Parolin si è aperto il Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana dal titolo “Not alone”. “Operare con spirito di fraternità – ha spiegato il cardinale Parolin rivolgendosi anche a 30 Premi Nobel – è una responsabilità cui non può sottrarsi chi è chiamato ad animare la cultura delle relazioni internazionali”. “Molti di voi, attraverso scelte e gesti compiuti in aree di conflitto, dimostrano con l’esempio della vita che nell’interruzione del dialogo i rapporti degenerano e che la fraternità che unisce è più forte del dolore che divide. Molti di voi possono testimoniare come tessere la paziente trama del dialogo sia faticoso, spesso tortuoso e non di rado inappagante, ma è quanto di più nobile vi sia per il bene della comunità umana, sia a livello locale che internazionale”.
L’impegno dei Premi Nobel
Sono 30 i premi Nobel che partecipano Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana. L’ex presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, ha espresso a Vatican News una speranza: quella che i Paesi trovino le vie del dialogo e della cooperazione. Questo è l’unico modo, ha osservato, per costruire la fratellanza. “Il processo di pace colombiano – ha aggiunto – mi ha insegnato che non ci sono conflitti che non possono essere risolti; credo che con questa mentalità possiamo risolvere molti dei conflitti che esistono oggi nel mondo”. L’ex presidente di Costa Rica, Oscar Arias Sanchez, ha sottolineato che “la guerra in Ucraina è la più atroce e la più dolorosa”. La sensazione che si ha è che “non ci sia interesse da parte delle due parti in conflitto a negoziare”. L’economista bengalese e Premio Nobel Muhammad Yunus ha sottolineato che è molto importante il fatto che il Vaticano abbia promosso incontro: “il mondo sta andando in una direzione sbagliata”. “Si deve alzare la voce – ha detto a Vatican News – per dire che stiamo andando nella direzione sbagliata. “Dobbiamo portare la pace e creare un nuovo mondo piuttosto che il mondo che abbiamo costruito oggi”. La yemenita Tawakkul Karman Premio Nobel per la pace nel 2011 ha sottolineato inoltre che “non si tratta solo di diffondere messaggi”. Ma molto di più: “si tratta di amplificare i messaggi” affinché si possa comprendere l’autentico significato della fraternità. E che si sostengano “le persone che si sacrificano, che lottano per la libertà, per la giustizia, per la democrazia, per la pace, non quanti attaccano questi valori”.
Percorsi di fraternità
Quella di “Not Alone” è una iniziativa, ispirata all’Enciclica Fratelli tutti, organizzata dall’omonima Fondazione vaticana in collaborazione con la Basilica di San Pietro, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e il Dicastero per la Comunicazione per promuovere la cultura della fraternità, del dialogo e della pace e riunirà diverse personalità e giovani di tutto il mondo. Sono due i momenti che scandiscono questa giornata: questa mattina si sono riuniti 5 gruppi di lavoro – Premi Nobel, ambiente, scuole, fragili, e associazioni – per affrontare il tema della fraternità e condivideranno percorsi di comunione. Nel pomeriggio, alle 16, avrà inizio il Meeting condotto dal presentatore Carlo Conti, un momento di festa e di unione all’insegna della condivisione, dell’arte e della musica.
Abbracci per risvegliare le coscienze
I lavori di questa mattina del Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana si sono aperti dunque anche con lo sguardo rivolto a quanto accadrà nel pomeriggio quando giovani provenienti da vari Paesi, tenendosi per mano, si uniranno in un saluto collettivo nel colonnato di Piazza San Pietro. E un ragazzo ucraino abbraccerà un coetaneo russo. Il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Vaticana, ha sottolineato che “faranno parte di questo abbraccio che vuole essere mondiale”. “Un abbraccio per risvegliare nelle coscienze la parola ‘fraternità’. Fratello, sorella: credo che questo – ha detto – sia il fondamento del nostro vivere sulla terra, ma anche del nostro vivere insieme”. Se non ci riconosciamo così, non riusciamo a costruire un futuro; ma saremo sempre a inseguire o a cercare di prevaricare”. “Questo – ha affermato il cardinale Gambetti – non dà speranza e non dà futuro alle giovani generazioni, ma anche a noi: non dà futuro al mondo”.
Il cardinale Parolin: il Papa sta bene
Prima dell’apertura del Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana dal titolo “Not alone” il cardinale Pietro Parolin si è soffermato con i giornalisti. Rispondendo in particolare ad una domanda sulla salute di Papa Francesco, il segretario di Stato vaticano ha dichiarato che il Pontefice “sta bene”. “L’operazione è andata bene, le notizie che ho ricevuto al di fuori di quanto è stato pubblicato – ha detto il porporato – è che il decorso è positivo e che il Papa avrebbe già manifestato il desiderio di riprendere il lavoro; quindi questo è un buon segno”.
Guerra in Ucraina: Santa Sede concentrata su aspetti umanitari
Il cardinale Parolin ha parlato anche del conflitto in Ucraina: “adesso riferiremo al Papa quanto è avvenuto durante la visita del cardinale Zuppi che è tornato; poi si rifletterà insieme un po’ su che seguito dare a tutto questo”. La missione del presidente della Conferenza episcopale italiana, ha poi detto il segretario di Stato, “è andata molto bene”: “c’è stato anche l’incontro con il presidente Zelensky, che non era scontato”. E c’è stata l’opportunità di approfondire “quei concetti che il presidente aveva già espresso a suo tempo al Santo Padre”. Tra questi, “il piano di pace che vorrebbero ricevesse il consenso più ampio da parte della comunità internazionale”. “Certamente in questo – ha spiegato il cardinale Parolin – potrà associarsi anche la Santa Sede e adesso si vedrà in che maniera, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti umanitari”. Questo, ha aggiunto, “potrebbe essere l’ambito specifico nel quale lavorare anche da parte nostra”.
Possibile incontro tra il cardinale Zuppi e il patriarca Kirill
Il porporato ha poi risposto ad una domanda su un possibile incontro tra il cardinale Zuppi e il patriarca Kirill: “Non abbiamo ancora parlato della visita a Mosca, bisogna prima informare il Santo Padre, vedere un po’ quali siano i suoi orientamenti. Ma credo che non ci sarebbero difficoltà per incontrare il patriarca Kirill”. Sulla situazione dei bambini deportati in Russa il segretario di Stato vaticano ha quindi sottolineato che si tratta “di una questione molto molto delicata”. “Si tratta di trovare le formule ma non è semplice; pensiamo anche di continuare a lavorare in questo senso”.
La via della fraternità
Soffermandosi infine sulla riunione dei Premi Nobel nell’ambito dell’evento “Not alone” il cardinale Parolin ha detto che si tratta di un “impegno da parte di tutti a lavorare nel senso della fraternità umana”. Il senso di questa giornata, ha affermato, è “che ci sia un impegno concreto a superare i conflitti attraverso questa strada maestra che il Papa ci ha indicato nell’enciclica Fratelli Tutti: quella della fraternità”.