Debora Donnini – Città del Vaticano
“Non esiste un’età per andare in pensione dal compito di annunciare il Vangelo, dal compito di trasmettere le tradizioni ai nipoti”. Così Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si celebra domenica prossima per la prima volta. Una Giornata che si tiene in tutta la Chiesa, ogni anno, la quarta domenica di luglio, in prossimità della ricorrenza dei Santi Gioacchino e Anna, i “nonni”
di Gesù, spiegò il Papa nell’annunciarla lo scorso gennaio. Centrale per Francesco la trasmissione della fede e della memoria da parte dei nonni ai nipoti. Esperienza, peraltro, vissuta da lui stesso che ricordò molte volte come, da sua nonna Rosa Margherita Vassallo, abbia ricevuto il primo annuncio cristiano, in casa, con la famiglia.Il tema scelto dal Papa per la Giornata è “Io sono con te tutti i giorni” (cfr. Mt 28,20) e intende esprimere la vicinanza del Signore e della Chiesa alla vita di ciascun anziano, specialmente in questo tempo difficile di pandemia. Ma è anche una promessa di speranza relativa alla missione che gli anziani e i nonni hanno verso i giovani.
Un’esperienza concreta di aiuto ai nipoti
E quella di trasmettere il Vangelo ai nipoti attraverso la propria vita è l’esperienza che nell’intervista raccontano Dario e Laura Granata, sposati da quasi 53 anni, genitori di 3 figlie e nonni di 6 nipoti che vanno dai 20 ai 2 anni. Il nonno parla di quando suo nipote, oggi ventenne, anni prima venne a stare un po’ con lui che aveva avuto un infarto. Iniziarono a leggere insieme i romanzi che la scuola gli dava da leggere e, poi, i libri scolastici. Quando fu, ad esempio, colpito da Pascal, questo dette al nonno l’opportunità di dire “qualche cosa sul mio modo di vivere la fede”, racconta Dario. Con questi incontri, fra l’altro, il rendimento scolastico del ragazzo migliorava. “Un dono”, dunque, questa frequentazione che ha permesso di accrescere la confidenza, racconta ancora nonno Dario.
Una confidenza che portò poi il ragazzo a ricorrere ai nonni perché rimasto un po’ turbato da un diverbio fra i genitori. Anche in quest’occasione si fece sentire la loro saggezza: non si schierarono con uno o con l’altra ma assunsero un atteggiamento di comprensione verso entrambi, spiegando al nipote che nella vita matrimoniale ci sono anche aspetti duri, di incomprensioni e di tensione, che sono inevitabili, e rendendolo, così, più tranquillo.
La Terra Santa
Laura ricorda che lei e suo marito sono del Movimento dei Focolari e ogni anno, per 15-20 giorni, vanno in Terra Santa per incontrare soprattutto famiglie cristiane di lì, ma anche alcune musulmane e ebree. Un’esperienza che ha incuriosito molto un altro dei suoi nipoti che, fin dai 5 anni d’età, avrebbe voluto accompagnarli. Dopo qualche anno, quando il bambino aveva 9 anni, i genitori decisero di accontentarlo e tutta la famiglia raggiunse i nonni: un’esperienza molto positiva sia per le famiglie della Terra Santa sia per questo bambino che tra l’altro ha giocato per giorni con altri coetanei con i quali non poteva comunicare nella stessa lingua.
Le Parabole
C’è poi il vissuto con i bambini più piccoli, con i quali è stata fatta proprio una narrazione del Vangelo. Loro hanno sofferto nel non poter vedere i nonni durante le fasi più critiche della pandemia. Quando si sono rivisti, hanno parlato con loro della Parabola del Buon Pastore. All’inizio sembravano distratti anche per la lunga lontananza dalla casa dei nonni. In realtà una bambina, Sara, qualche giorno dopo, ha chiesto alla
mamma di leggerle altre Parabole. Le venne letta quella del Buon Samaritano e il fratellino di 5 anni chiese cosa significasse provare compassione. Il giorno dopo la sorella si tagliò un dito, facendosi male, e il fratellino corse dalla mamma per dirle: “Ho capito cosa vuol dire provare compassione: Sara ha pianto e io ho provato compassione per lei”. “Abbiamo visto che le cose raccontate dai nonni hanno molta incidenza per loro”, sottolinea Laura. I nonni ricordano, poi, le domande sulla vita, la morte, la Risurrezione che una nipotina rivolgeva loro, dicendo poi di essere stata contentissima delle risposte del nonno. “La nostra vita e anche questa Giornata – nota, infine, Dario – può quindi suscitare nei giovani un desiderio di un futuro vivibile e bello”.