Benedetta Capelli – Città del Vaticano
“Preghiamo insieme per i marittimi e i pescatori, che negli ultimi tempi hanno affrontato tanti sacrifici assicurando, con il loro lavoro, cibo e altri generi di prima necessità alla grande famiglia umana per alleviare le sofferenze causate dalla pandemia”. Papa Francesco su twitter ricorda l’odierna Giornata Mondiale Marittima, indetta dall’Onu.
Un sacrificio per tutti
Le Nazioni Unite per l’occasione mettono in luce il problema grave di migliaia di marittimi che, soprattutto in tempo di emergenza sanitaria, sono rimasti bloccati in mare, lontani dagli affetti con la paura del contagio. Sono circa 400 mila le persone, al settembre 2020, lontane da casa anche per 18 mesi. Il tema più volte è stato affrontato dalla Chiesa e in particolare dal Papa. In un videomessaggio, nel giugno 2020, Francesco aveva espresso la sua attenzione e vicinanza per i sacrifici affrontati, garantendo il trasporto del 90% delle merci e degli equipaggiamenti medici da una parte all’altra del mondo.
Sappiate che non siete soli e non siete dimenticati. Il vostro lavoro in mare vi tiene spesso lontani, ma voi siete presenti nelle mie preghiere e nei miei pensieri, così come in quelli dei cappellani e dei volontari della ‘Stella Maris’. Il Vangelo stesso ce lo fa ricordare, quando ci parla di Gesù con i suoi primi discepoli, che erano tutti pescatori, come voi. Oggi desidero mandarvi un messaggio e una preghiera di speranza, una preghiera di conforto e di consolazione contro ogni avversità e nello stesso tempo incoraggio tutti quelli che lavorano con voi nella pastorale della gente di mare.
Riconoscere i diritti dei marittimi
Nel luglio scorso, il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale in un messaggio aveva espresso il suo ringraziamento agli oltre 1,7 milioni di marittimi nel mondo per quanto garantito in pandemia. Nel testo non si nasconde la “profonda contraddizione” che abita il mondo dell’industria marittima, “altamente globalizzata” ma percorsa dalla frammentarietà delle norme sui diritti e la protezione dei lavoratori. Da qui la richiesta del Dicastero di riconoscere i “lavoratori essenziali”, favorendo “i cambi di equipaggio” e dando priorità ad una politica chiara riguardo le vaccinazioni.