Non abbandoniamo gli ucraini

Vatican News

Sergio Centofanti

Molti ucraini in questi giorni drammatici si sono sentiti abbandonati. Non vogliono sentire parlare del “prezzo del gas”, perché si sentono venduti. Sanno che un intervento esterno potrebbe far scoppiare un conflitto molto più grande, devastante per il mondo. Il presidente bielorusso Lukashenko ha detto che persino le sanzioni potrebbero spingere Putin verso la guerra nucleare. Uno scenario cui non vorremmo neanche pensare.

Ma di fronte all’attacco russo e alle minacce da incubo, cresce sempre di più la solidarietà. L’invasione di un Paese libero ha unito l’Europa come non mai. L’Europa, così divisa su tanti temi, non è mai stata così unita come oggi: è al fianco del popolo ucraino. I Paesi vicini hanno aperto le loro frontiere ai profughi: Polonia, Ungheria, Romania, Slovacchia, hanno aperto le braccia. Altri Paesi sono pronti ad ospitare gli esuli. Manifestazioni e iniziative di pace e di solidarietà con l’Ucraina sono in atto in Europa e in altri continenti.

Le comunità cristiane, le parrocchie, le associazioni, le Caritas, si sono mobilitate per far arrivare aiuti umanitari in tutti i modi. Il presidente Zelenskyi ha detto che il popolo ucraino sente il sostegno del Papa. All’Angelus, Francesco ha ribadito l’appello a far tacere le armi, ha detto che “Dio sta dalla parte degli operatori di pace, non con chi usa la violenza” e che “la gente comune vuole la pace”. C’è tanta solidarietà davanti alle immagini di bambini, donne, anziani, che fuggono a piedi o sono rinchiusi nei rifugi a pregare coi volti sgomenti o sono accanto ai caduti. Ora si spera nelle trattative.

C’è tanta vicinanza agli ucraini. Un popolo che vuole la pace e ha sofferto tanto. Negli anni ’30 del secolo scorso Stalin li ha affamati perché resistevano alle politiche sovietiche: sono morti per la carestia vari milioni di ucraini. È uno sterminio poco conosciuto, l’Holomodor, l’annientamento di un popolo per fame.

Molti russi si vergognano per l’invasione. I media filogovernativi la chiamano “operazione militare” o intervento di “liberazione” o “denazificazione”. Ci sono molti russi che ci credono. Ma molti russi manifestano per la pace, contro l’attacco. Tanti sono stati fermati. Appoggiamo i russi che sono per la pace. Sosteniamo i soldati russi che non vogliono sparare contro gli ucraini, magari a mani nude davanti a un carro armato. Aiutiamo i russi che credono in questa guerra a capire dov’è il male. Ma soprattutto non abbandoniamo gli ucraini.