Michele Raviart – Città del Vaticano
Sono oltre seicento le persone uccise dalle inondazioni che in questi giorni stanno colpendo la Nigeria. Un evento che si verifica annualmente, ma che da oltre un decennio non aveva conseguenze così gravi. 33 su 36 gli Stati della Nigeria colpiti dal disastro, in particolare quelli costieri di Anamba, Delta, Cross River, Rivers e Baylesa.
Il governo esorta a ulteriori evacuazioni
Oltre due milioni e mezzo le persone coinvolte, più di 2500 i feriti e oltre un milione e trecentomila le persone che hanno dovuto abbandonare le loro case sommerse dall’acqua. Le autorità locali stanno soccorrendo le vittime, con la ministro degli Affari umanitari Sadiya Umar Farouq che ha invitato le popolazioni che vivono vicino ai canali d’acqua nei cinque Stati più a rischio a lasciare le loro abitazioni in vista delle imminenti e ulteriori alluvioni previste nelle prossime settimane e fino alla fine di novembre.
Oltre 82 mila case distrutte
“Alcuni Stati nigeriani non erano preparati alle inondazioni”, ha detto Farouq, specificando che le case distrutte sono state oltre 82 mila, oltre a 330 mila ettari di terreno comprese strade e infrastrutture strategiche. “Stiamo lavorando per riportare la situazione alla normalità”, ha affermato il presidente Muhammed Buhari, che ha approvato lo stanziamento di 12 mila tonnellate di grano per le persone colpite.
A rischio i raccolti e le provviste di cibo
Il timore, infatti, è che le alluvioni possano pregiudicare l’approvvigionamento di cibo per questa stagione, in un Paese in cui i raccolti sono già compromessi dai conflitti armati nelle regioni nordoccidentali e centrali. Sono le zone più produttive della Nigeria, in cui gli sfollati sono già tre milioni.