Nicaragua, tolta la cittadinanza a 94 persone. La condanna di Onu e Ue

Vatican News

Managua dichiara ‘traditori della nazione’ decine di esponenti dell’opposizione attualmente in esilio. L’Unione europea ha esortato il governo del Paese latinoamericano a “revocare immediatamente” le misure annunciate contro i dissidenti. Le Nazioni Unite ricordano come “nessuno dovrebbe essere arbitrariamente privato della propria nazionalità”

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Il governo del presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha privato “per sempre” della cittadinanza nicaraguense, per “tradimento della patria”, 94 persone, attualmente in esilio, fra cui giornalisti, scrittori, attivisti sociali, politici, religiosi e difensori dei diritti umani. L’annuncio, scrive il quotidiano La Prensa di Managua, è stato fatto da Ernesto Rodriguez, presidente della Corte d’Appello della capitale, che ha dichiarato le persone coinvolte “fuggitivi dalla giustizia”, disponendo inoltre che i loro beni immobili e le società siano confiscati e trasferiti “a favore dello Stato del Nicaragua”. Tolta anche la possibilità di ricoprire cariche elettive nel Paese. 

Oltre 300 le persone colpite 

Il provvedimento, che riguarda tra gli altri il vescovo ausiliare di Managua, Silvio José Báez Ortega e gli scrittori Sergio Ramirez, ex vicepresidente del primo governo Ortega, e Gioconda Belli, arriva a pochi giorni dall’espulsione di oltre duecento oppositori, ora in esilio negli Stati Uniti. Tra loro ci sarebbe dovuto essere anche il vescovo nicaraguense di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, monsignor Rolando José Álvarez Lagos, che però ha rifiutato di lasciare il Nicaragua. Per questo un tribunale nicaraguense la scorsa settimana lo ha condannato a 26 anni di carcere. Per lui Papa Francesco ha pregato all’Angelus di domenica 12 febbraio, in piazza San Pietro:

Non posso qui non ricordare con preoccupazione il vescovo di Matagalpa, monsignor Rolando Alvarez, a cui voglio tanto bene, condannato a 26 anni di carcere e anche le persone che sono state deportate negli Stati Uniti. Prego per loro e per tutti quelli che soffrono in quella cara nazione. E chiedo a voi la vostra preghiera. Domandiamo inoltre al Signore, per l’intercessione dell’Immacolata Vergine Maria, di aprire i cuori dei responsabili politici e di tutti i cittadini alla sincera ricerca della pace che nasce dalla verità, dalla giustizia, dalla libertà e dall’amore e si raggiunge attraverso l’esercizio paziente del dialogo. Preghiamo insieme la Madonna 

L’allarme delle Nazioni Unite

L’Onu si è detta “allarmata” per la revoca della cittadinanza a decine di persone critiche nei confronti del governo di Daniel Ortega, ha chiesto il rispetto dei loro diritti umani e si è detta pronta ad aiutare a definire lo status delle persone espulse. Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha rivendicato il diritto alla nazionalità sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e ha affermato che “nessuno dovrebbe essere arbitrariamente privato della propria nazionalità”, oltre a condannare “le persecuzioni o le rappresaglie contro i difensori dei diritti umani o i critici” del governo.

La condanna dell’Unione Europea 

L’Unione europea ha esortato il governo di Managua a “revocare immediatamente” le misure annunciate contro 94 dissidenti e a “cessare le persecuzioni e le rappresaglie contro i dissidenti ei difensori dei diritti umani”. “L’articolo 15 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo protegge il diritto di ogni individuo alla nazionalità e ne proibisce la privazione arbitraria”, ha affermato in una nota il portavoce per gli Affari esteri e la Sicurezza, Peter Stano, sottolineando che “tali azioni sono ingiustificabili e rischiano di approfondire l’isolamento internazionale del Nicaragua”.