Il cardinale Brenes ha ordinato a Managua nove sacerdoti, mentre l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani chiede al governo nicaraguense di rendere noto il luogo di detenzione del vescovo di Siuna, Isidoro Mora: la nuova ondata di arresti di religiosi mina il “diritto alla libertà religiosa, pilastro di ogni Stato democratico”
Vatican News
L’arcidiocesi di Managua ha nove nuovi sacerdoti: sono stati ordinati ieri, 6 gennaio, nella solennità dell’Epifania, dal cardinale arcivescovo Leopoldo José Brenes Solórzano. Tanti i fedeli che hanno partecipato con gioia e commozione al rito, che si è svolto nella Cattedrale di Managua.
Brenes: sacerdoti, testimoni di fraternità
Nella sua omelia, il porporato ha ringraziato Dio per il “dono meraviglioso” dei nuovi presbiteri, affermando che il sacerdozio “non è un potere”, ma “una missione e un servizio”. I sacerdoti – ha sottolineato – sono dei “servitori” e dei “testimoni”, chiamati a “vivere la comunione e la fraternità”.
Ondata di arresti
I nuovi sacerdoti sono stati ordinati in un tempo difficile per la Chiesa del Nicaragua. Dal 20 dicembre scorso sono stati arrestati almeno 14 sacerdoti, due seminaristi e il vescovo di Siuna, monsignor Isidoro del Carmen Mora Ortega, sequestrato dopo aver pregato per monsignor Rolando José Álvarez Lagos, vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, condannato a 26 anni di carcere senza regolare processo e in prigione dal febbraio dell’anno scorso.
Preoccupazione per i sacerdoti malati
Nella comunità ecclesiale c’è preoccupazione, in particolare, per i sacerdoti sequestrati che hanno problemi di salute, tra cui padre Ismael Serrano, parroco di San Michele Arcangelo, e padre Gerardo Rodrígues, sacerdote della Chiesa della Purissima Concezione, entrambi dell’arcidiocesi di Managua: sono malati e hanno bisogno di cure mediche.
Appello dell’Onu al governo nicaraguense
Da parte sua, l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani per l’America Centrale (OACNUDH) ha lanciato un nuovo appello al governo nicaraguense perché renda noto con urgenza dove è detenuto monsignor Mora, “vittima di sparizione forzata da 16 giorni”. Nascondere queste informazioni –
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