Come accadeva già durante il pontificato di Giovanni Paolo II, questa sera si ripete lungo i viali della Città del Vaticano, la recita della preghiera nel giorno in cui ricorre la memoria liturgica della Visitazione della Beata Vergine Maria. A guidarla, dalla chiesa di Santo Stefano degli Abissini alla grotta di Lourdes, è il cardinale Gambetti. Negli ultimi due anni l’invocazione di Francesco alla Madre Celeste per la fine della pandemia di Covid e per la pace nel mondo
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Una tradizione che si ripete da anni quella della recita del Rosario nei Giardini Vaticani, con la processione aux flambeaux, il 31 maggio, memoria liturgica della Visitazione della Beata Vergine Maria. La preghiera mariana, con inizio alle 19 dalla chiesa di Santo Stefano degli Abissini, si conclude alla grotta di Lourdes ed è presieduta dal cardinale Mauro Gambetti, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano. I cinque misteri del Rosario vengono meditati lungo i verdi viali che conducono alla spianata in cui è riprodotta la parete rocciosa di Massabielle, il luogo in cui la Vergine apparve a Bernadette.
La conclusione del mese mariano con Giovanni Paolo II
Era solito prendervi parte Giovanni Paolo II, che nel suo primo anno di pontificato, nel 1979, nell’omelia pronunciata a conclusione del mese mariano invitò a coltivare “la venerazione, l’amore, la devozione alla Madonna”. “Non possono scomparire dal nostro cuore – aggiunse – anzi debbono crescere ed esprimersi in una testimonianza di vita cristiana, modellata sull’esempio di Maria”. Negli ultimi anni del suo ministero petrino Papa Wojtyla affidò, poi, le sue parole a chi presiedeva la preghiera mariana, così, nel 2004 toccò al cardinale Leonardo Sandri, leggerle. “Le fiammelle delle candele, che avete portato nelle mani durante la processione, stanno a significare la speranza che Cristo, morto e risorto, ha donato all’umanità”, fu il suo messaggio ai fedeli che avevano preso parte alla preghiera mariana con l’invito ad essere “sempre portatori di questa luce”. “Come raccomanda il Signore ai discepoli, siate voi stessi luce – proseguiva la riflessione di Giovanni Paolo II – nelle vostre case, in ogni ambiente e in ogni circostanza della vita. Siatelo con la vostra fedele testimonianza evangelica, ponendovi ogni giorno alla scuola di Maria, perfetta discepola del suo Figlio divino”.
Anche Benedetto XVI in preghiera con i fedeli
Il 31 maggio del 2005 toccò a Benedetto XVI concludere, con un discorso, il mese di maggio in Vaticano. Ricordando “il mistero della Visitazione della Vergine a santa Elisabetta”, Papa Ratzinger osservò che il viaggio di Maria, che portava in grembo Gesù appena concepito, è stata “la prima ‘processione eucaristica’ della storia”, sottolineò che “accogliere Gesù e portarlo agli altri è la vera gioia del cristiano” ed esortò a seguire ed imitare “Maria, un’anima profondamente eucaristica”. Benedetto XVI non mancò alla conclusione del mese di maggio nei giardini vaticani anche nell’ultimo anno da papa regnante, nel 2012, confidando di essere “sempre molto lieto di partecipare a questa veglia mariana in Vaticano” e rimarcando che “tutti abbiamo sempre da imparare dalla nostra Madre celeste” perché la sua fede “invita a guardare al di là delle apparenze e a credere fermamente che le difficoltà quotidiane preparano una primavera che è già iniziata in Cristo Risorto”.
La recita del Rosario con Francesco
Francesco ha seguito le orme dei suoi predecessori, ma nell’anno in cui è stato eletto Pontefice, nel 2013, la tradizionale recita del Rosario in Vaticano si è svolta in piazza San Pietro. In quella occasione il Papa, commentando l’episodio evangelico che narra della visita di Maria ad Elisabetta ha evidenziato che: “Tre parole sintetizzano l’atteggiamento di Maria: ascolto, decisone, azione; ascolto, decisone, azione. Parole che indicano una strada anche per noi di fronte a ciò che ci chiede il Signore nella vita. Ascolto, decisione, azione”. Nel 2021 Francesco ha concluso nei Giardini Vaticani la maratona di preghiera alla Vergine, organizzata dal Dicastero per la Nuova Evangelizzazione, iniziata il primo maggio, che ha coinvolto 30 santuari di tutti i continenti, uno per ogni giorno del mese, per invocare la fine della pandemia di Covid e la piena ripresa della vita pastorale e sociale. Infine, lo scorso anno, il 31 maggio, a poco più di tre mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, il Papa, ha presieduto il Rosario per la pace, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in collegamento, via streaming, con i santuari di diversi Paesi. “Siamo certi che con le armi della preghiera, del digiuno, dell’elemosina, e con il dono della tua grazia, si possano cambiare i cuori degli uomini e le sorti del mondo intero – ha pregato Francesco davanti alla statua di Maria Regina Pacis -. Oggi eleviamo i nostri cuori a Te, Regina della Pace: intercedi per noi presso il Tuo Figlio, riconcilia i cuori pieni di violenza e di vendetta, raddrizza i pensieri accecati dal desiderio di un arricchimento facile, su tutta la terra regni duratura la tua pace”.