Navalny, il corpo forse in un ospedale siberiano. Presenterebbe lividi

Vatican News

È ancora mistero su dove le autorità russe avrebbero portato la salma dell’oppositore morto due giorni fa. Novaya Gazeta Europe apre una possibile traccia grazie ad alcuni informatori. Finora arrestati in Russia oltre 400 manifestanti. Per Biden, “Putin è responsabile delle circostanze”. E Bild ipotizza la morte “prima di un possibile scambio tra prigionieri”

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Repressione e avvertimenti non stanno fermando chi, in Russia, dopo la morte di Alexei Navalny, sta continuando a scendere in piazza per rendere omaggio al dissidente, morto il 16 febbraio scorso nella colonia penale IK-3, meglio nota come Lupo polare, oltre il Circolo polare artico. Negli ultimi due giorni di manifestazioni, la polizia, secondo alcune Ong per la difesa dei diritti umani, avrebbe arrestato 401 persone in 36 diverse città del Paese. E intanto resta ancora il mistero su dove sia il corpo di Navalny, il cui decesso – secondo la versione di Mosca – sarebbe da attribuire alla sindrome da morte improvvisa.

In Siberia il corpo di Navalny

La salma di Navalny, che non si trova nell’obitorio indicato dalle autorità, si troverebbe – secondo informazioni rivelate da Novaya Gazeta Europe – in un ospedale di Salekhard, nell’estremo Nord della Siberia. Sempre secondo il periodico indipendente, non sarebbe neanche stata eseguita l’autopsia e il corpo inoltre presenterebbe alcuni lividi che, si legge ancora, sarebbero stati causati da dipendenti del campo di prigionia che avrebbero tenuto fermo Navalny durante un episodio di convulsioni. Un livido sul petto indicherebbe anche un tentativo di rianimazione in seguito ad un presunto arresto cardiaco. Tutte dichiarazioni allo stato attuale non sono state confermate da testimoni oculari, ma riportate da un dipendente-informatore di Novaya Gazeta, a sua volta informato da alcuni colleghi. “Faranno tutto il possibile per evitare di dover consegnare il corpo per non far venire alla luce il metodo utilizzato per uccidere Alexei”, dichiara Kira Iarmysh, portavoce e assistente di Navalny. L’unico atto delle autorità, finora, è stato quello di consegnare alla madre, Lyoudmila, recatasi alla colonia penale, un “documento ufficiale” che attesta la morte del figlio.

L’ipotesi “scambio di prigionieri”

Un altro possibile scenario è aperto dal quotidiano popolare tedesco Bild che ipotizza che Navalny possa essere morto “forse poco prima di una sua possibile liberazione” nell’ambito di “uno scambio di detenuti” tra Stati Uniti, Russia e Germania, che avrebbe visto la consegna a Putin del cosiddetto “assassino di Tiergarten”, un agente del FSB, Servizio federale per la Sicurezza della Federazione Russa, che nel 2019 aveva ucciso a Berlino un oppositore del Cremlino.

Il silenzio di Putin e le accuse di Biden

Finora, come osservato da commentatori internazionali, il presidente Vladimir Putin non ha rilasciato dichiarazioni sulla scomparsa dell’uomo, nonostante il susseguirsi di reazioni a livello mondiale che hanno visto i leader occidentali chiamare in causa la responsabilità di Mosca. Il presidente americano Joe Biden ha apertamente parlato di “prezzo da pagare”, definendo “nocciolo della questione” il fatto che “Putin sia responsabile delle circostanze, indipendentemente dal fatto che lo abbia ordinato”.