In un telegramma a firma del Segretario di Stato Parolin, Francesco esprime il cordoglio per quella che potrebbe essere una delle più grandi tragedie mai avvenute nel Mediterraneo centrale. Finora 79 corpi recuperati, ma erano centinaia le persone a bordo del peschereccio affondato a sud del Peloponneso
Michele Raviart – Città del Vaticano
Papa Francesco si dice “profondamente costernato nell’apprendere del naufragio al largo delle coste greche, con la sua sconvolgente perdita di vite” e offre “sentite preghiere per i molti migranti che sono morti, i loro familiari e tutte le persone traumatizzate da questa tragedia”. Lo scrive in un telegramma a firma del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, indirizzato al nunzio apostolico in Grecia, monsignor Jan Romeo Pawlowski, in cui il Pontefice “invoca i doni dell’Onnipotente di forza, perseveranza e speranza” sui sopravvissuti e “su quanti forniscono loro cure e rifugio e sul personale d’emergenza”.
Continuano le operazioni di soccorso
È andata infatti avanti tutta la notte l’operazione di ricerca e soccorso, attraverso aerei ed elicotteri, delle centinaia di persone ancora disperse che erano a bordo del peschereccio naufragato all’alba di mercoledì, 14 giugno, in acque internazionali a sud del Peloponneso. L’imbarcazione trasportava tra le 600 e le 700 persone, partite dalla Libia e provenienti principalmente da Pakistan, Egitto e Siria. Finora sono 79 i corpi recuperati e 104 le persone salvate, tra cui otto minorenni. Secondo i testimoni, la maggior parte delle persone si trovava nella stiva della nave e qualora non si ritrovassero altri dispersi si tratterebbe di una delle peggiori tragedie mai registrate nel Mediterraneo centrale.