Chiesa Cattolica – Italiana

Naufragio al largo della Libia, 61 morti, 25 salvati

Donne e bambini tra le vittime del tragico affondamento di un gommone a nord di Zuwara, con 86 persone a bordo. Il portavoce dell’Oim: “Sono oltre 2.250 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo Centrale quest’anno, un numero drammatico che dimostra che non si fa abbastanza per salvare vite in mare

Antonella Palermo – Città del Vaticano

Sono 61 le persone migranti, tra cui donne e bambini, annegate in seguito al tragico naufragio al largo della Libia. È quanto fa sapere l’ufficio libico dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite.

Oim: oltre 2.250 morti quest’anno nel Mediterraneo

“Il Mediterraneo centrale continua a essere una delle rotte migratorie più pericolose al mondo”, scrive l’organizzazione in una nota sui social. Secondo i sopravvissuti, sul gommone che è affondato a nord di Zuwara, città libica da dove era partito, erano in 86, 25 dei quali sono stati salvati in mare dalla Guardia costiera libica e trasferite in un centro di detenzione libico a Tariq Al Sekka, vicino a Tripoli. “Sono oltre 2.250 le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo Centrale quest’anno – scrive Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim – un numero drammatico che purtroppo dimostra che non si fa abbastanza per salvare vite in mare”. Frontex, l’agenzia europea di controllo delle frontiere, racconta la tragedia precisando che quando il proprio aereo è giunto nella zona, in acque internazionali, “ha individuato un gommone parzialmente sgonfio. La maggior parte delle persone sono state trovate in acqua. Erano in grave pericolo a causa delle condizioni meteorologiche avverse, con onde che raggiungevano altezze di 2,5 metri”. L’agenzia ha precisato di essere stata allertata dal centro italiano per il coordinamento dei soccorsi.

La Ocean Viking al riparo a Sciacca con 26 migranti

La maggior parte delle vittime delle traversate nel ‘mare nostrum’ sono cittadini della Nigeria, del Gambia e di altri Paesi africani. “Un team dell’Oim è stato in grado di fornire supporto medico e sono tutti in buona salute”, secondo la stessa fonte citata da Afp. Nel canale di Sicilia il mare è in tempesta e i venti sono dati in aumento almeno fino alla mezzanotte di domenica 17. Motivo per il quale la Ocean Viking, la nave della ong Sos Méditerranée, si trova in rada davanti a Sciacca. È monitorata dalla Guardia costiera che è a disposizione per ogni eventuale esigenza dei 26 migranti portati a bordo dopo un salvataggio e dell’equipaggio. Alla nave è stato assegnato originariamente il porto di sbarco di Livorno, ma poi a causa delle condizioni meteo, le è stato consentito di ripararsi davanti alle coste di Sciacca. “Si tratta di 620 miglia nautiche, mille chilometri, e sono necessari otto giorni di navigazione tra andata e ritorno – ha scritto su X, subito dopo l’assegnazione del porto – Giorni durante i quali non potremo pattugliare”.

Tragedia alla vigilia della Giornata dei diritti dei migranti

L’ennesima strage nel Mediterraneo è avvenuta alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti dei migranti che si celebra il 18 dicembre sotto l’egida dell’Onu. Per l’occasione, si terrà a Roma una assemblea cittadina che vuole essere uno spazio partecipato di discussione e autoformazione sulle politiche migratorie europee e italiane, che si inserisce nell’ambito della campagna nazionale Road Map per il Diritto d’Asilo e la Libertà di movimento – “Diciamo la nostra sul patto europeo”, organizzato da l’Osservatorio permanente sui rifugiati. Intanto, secondo i dati riportati nel Rapporto appena diffuso dall’Unicef, dall’inizio dell’anno a oggi sono arrivati in Italia via mare oltre 153mila persone, tra cui oltre 17mila minori stranieri non accompagnati. 

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