Secondo la nuova legge elettorale della giunta militare che ha preso il potere nel febbraio 2021, le associazioni politiche dovevano registrarsi, nel rispetto di determinate condizioni, entro il 28 marzo. La Lega nazionale per la democrazia aveva già annunciato che non si sarebbe presentata per le prossime elezioni denunciando i sondaggi promessi come una farsa
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
In Mynamar la commissione elettorale controllata dalla giunta militare al potere ha sciolto il partito di Aung San Suu Kyi per non essersi registrato sulla base della nuova legge elettorale in vigore. Oltre alla Lega nazionale per la democrazia, altri 39 partiti, per lo stesso motivo, non concorreranno alle elezioni la cui data, tuttavia, non è stata ancora fissata. A febbraio, infatti i militari hanno annunciato una proroga di sei mesi dello stato di emergenza – con un conseguente ritardo della possibile data legale della tornata elettorale – perché la sicurezza non potrebbe essere garantita. L’esercito non controlla vaste aree del Paese e sta affrontando una diffusa resistenza armata al suo governo. La normativa che regola la registrazione dei partiti politici promulgata a gennaio stabilisce condizioni come livelli minimi di membri, candidati e cariche non facili da soddisfare e ha stabilito che i partiti politici esistenti dovevano presentare nuovamente domanda di registrazione presso la commissione elettorale entro il 28 marzo.
Attesi i sondaggi elettorali
La Lega nazionale per la democrazia aveva già annunciato che non si sarebbe registrata per le prossime elezioni in Myanmar, denunciando i sondaggi promessi come una farsa. Secondo il partito della leader Aung San Suu Kyi, i sondaggi ancora non programmati non saranno né liberi né equi nel Paese governato dai militari e dove sono stati chiusi diversi media. La Lega nazionale per la democrazia ha governato con schiaccianti maggioranze in Parlamento dal 2015 fino a febbraio 2021, quando con un colpo di stato i militari hanno preso il potere. L’esercito ha impedito a quanti erano stati eletti nel novembre del 2020 di prendere posto in parlamento e ha arrestato i membri più importanti del governo e del partito di San Suu Kyi.
Il partito di San Suu Kyi resta operativo
La premio Nobel, 77 anni, sta scontando una pena detentiva per un totale di 33 anni dopo essere stata condannata per frodi elettorali. I suoi sostenitori affermano che le accuse sono state fabbricate dai militari per impedirle di prendere parte attivamente alla vita politica del Paese. Dal comitato di lavoro centrale della Lega fanno sapere che l’esistenza del partito non dipende da ciò che decidono i militari, ma dal sostegno della gente. Una dichiarazione che richiama al messaggio che San Suu Kyi ha inviato ai suoi sostenitori attraverso i suoi avvocati nel maggio 2021, quando è apparsa in tribunale di persona per la prima volta dopo che i militari hanno preso il potere, affermando che: “Poiché la Lega nazionale per la democrazia è stata fondata per il popolo, esisterà finché esisterà il popolo” e che il partito continuerà ad adempiere alle responsabilità affidategli dallo stesso.