Isabella Piro – Città del Vaticano
“Ci appelliamo ai cristiani affinché preghino e digiunino per far prevalere la pace, la giustizia e lo sviluppo nel Paese”. Così si è espressa la Conferenza episcopale del Myanmar (CBCM) – riporta UCA News -, in una dichiarazione rilasciata ieri, 9 febbraio, in cui esorta i militari ad agire in modo pacifico e a rilasciare immediatamente Aung San Suu Kyi e gli altri leader detenuti. I vescovi, profondamente preoccupati per l’imposizione dello stato di emergenza per un anno dopo la presa del potere da parte dei militari il 1° febbraio, hanno invitato i cittadini ad astenersi da ogni forma di violenza e discriminazione e hanno chiesto alla comunità internazionale di dare una mano alla popolazione del Myanmar.
Le proteste e la resistenza
In tutta la nazione, le proteste contro il colpo di Stato, che ha rimosso il governo guidato dalla Lega Nazionale per la Democrazia di Suu Kyi, si stanno intensificando. Il 9 febbraio, migliaia di persone sono scese in strada a Naypyitaw, Yangon, Mandalay e altre città, sfidando il divieto di grandi raduni. A Naypyitaw, la polizia ha usato cannoni ad acqua, gas lacrimogeni e munizioni vere. Qui, durante le manifestazioni, secondo i media, una donna è stata uccisa, un’altra è stata ricoverata in ospedale e almeno 60 persone sono state arrestate dalla polizia.