Chiesa Cattolica – Italiana

Musica, a Roma risuona con successo il repertorio dimenticato del ‘600

A San Luigi dei Francesi il concerto-evento dedicato alle opere sacre di Alessandro Melani, compositore barocco che fu maestro di cappella della chiesa nazionale francese a Roma fino al 1703

Pierluigi Morelli – Città del Vaticano

Il giugno musicale romano è cominciato nella splendida cornice di S. Luigi dei Francesi, la chiesa nazionale di Francia, gremita in ogni ordine di posto, con il un concerto-evento di grande impatto, che oramai sta divenendo un appuntamento fisso nel primo scorcio estivo della capitale, in collaborazione con il Festival Barocco di Roma, diretto da Michele Gasbarro, su invito di “Roma Barocca in Musica” presieduta da Règis Nacfaire de Saint Paulet e sotto l’alto patronato delle Ambasciate di Francia presso la Santa Sede  e presso la Repubblica Italiana.

Scenografie e partiture

Come nei due anni passati, sono state eseguite opere dimenticate del grande repertorio romano del ‘600, con l’aggiunta delle spettacolari scenografie di stile barocco ad opera dello scenografo Philippe Casanova, che hanno trasformato ed esaltato le linee barocche di S. Luigi. Quest’anno il concerto è stato interamente dedicato ad opere sacre di Alessandro Melani, che probabilmente risuonarono proprio in S. Luigi dei Francesi, dato che fu maestro di Cappella della chiesa dal 1672 alla morte, nel 1703.

La riscoperta della musica romana barocca

L’esecuzione dello struggente Salve Regina, delle Litanie della Beata Vergine Maria e della monumentale Messa a 16 voci in 4 cori “La Cellesa” è stata affidata alla Cappella Mediterranea, ensemble specializzato in musica barocca secondo la prassi storicamente informata, diretta dallo svizzero-argentino Leonardo Garcia Alarcòn, che ha condotto impeccabilmente una partitura estremamente complessa e densa. Questi eventi hanno lo scopo dichiarato, oltre che di far conoscere il meraviglioso repertorio vocale e strumentale romano del barocco, di spingere, più in generale, alla nascita di un movimento di riscoperta della musica romana, un patrimonio enorme che è in gran parte ancora in attesa di una riscoperta e rivalutazione.

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