Chiesa Cattolica – Italiana

Musei Vaticani: tre giorni di studio su Raffaello, “Divin pittore” e architetto

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

La novità è l’annuncio dell’avvio di un cantiere-pilota per il restauro, che non si può più rimandare, delle Logge di Raffaello del Palazzo Apostolico. La conferma, almeno nella prima giornata del convegno di studi “Raffaello in Vaticano”, è che il genio del “Divin pittore” si esprimeva innanzitutto nei disegni preparatori di affreschi e tavole, nei quali l’urbinate vergava in pietra rossa o nera le sue idee di movimento dei corpi, ispirate ma non copiate da Leonardo e Michelangelo. I disegni di Raffaello Sanzio, modelli delle sue splendide invenzioni e momenti “più vicini all’idea neo-platonica”, secondo Simonetta Prosperi Valenti Rodinò, una delle massime studiose di Raffaello disegnatore, dimostrano, secondo tutti gli intervenuti nella prima sessione del convegno, che davvero “il disegno è padre delle tre arti, scultura, pittura e architettura” come scriveva il Vasari.

Un convegno da seguire solo in streaming

Nel Salone di Raffaello della Pinacoteca dei Musei Vaticani, alla presenza dei soli relatori, con il pubblico collegato in streaming sul canale YouTube dei Musei, la prima delle tre giornate di lavori si è aperta con il focus su “Il Divin Pittore. Dal disegno al cartone all’opera compiuta”. Rodinò, già docente di Storia dell’arte all’Università romana di Tor Vergata, ha ribadito come il disegno per l’urbinate “ebbe un ruolo fondamentale non solo nella maturità” quando, oberato da incarichi, forniva agli aiutanti di bottega l’invenzione dell’opera, con modelli e studi di figure, da completare in pittura, ma già da giovane. Allievo di Perugino, Raffaello mostrava già la sua prepotente personalità “in splendidi fogli delineati con punta d’argento”.

Rodinò: in Raffaello il disegno strumento di invenzione

Il Divin pittore fece propria la tradizione di formazione degli allievi attraverso lo studio di disegni e cartoni preparatori del maestro, tipica delle botteghe fiorentine del tardo Quattrocento, ma da Leonardo assimilò, ha spiegato Rodinò, “la concezione del disegno come momento creativo e strumento di inventio”. E’ esemplare, per la storica dell’arte, che morendo Raffaello volle lasciare in eredità schizzi, disegni e cartoni preparatori agli allievi più cari, Giulio Romano e Giovanfrancesco Penni. Grazie a questo “testamento spirituale” gli allievi “recepirono a pieno l’eredità del maestro”.

La “Giovane donna seduta” modello per la Stanza di Eliodoro

Dopo di lei Marzia Faietti della Gallerie degli Uffizi ha proposto uno studio del foglio di Raffaello, conservato nelle collezioni fiorentine, la “Giovane donna seduta e altri studi, di figura e architettonici”, che risale al 1514. Un disegno che Faietti lega, per la posizione della figura della donna e degli angeli, all’affresco sulla volta della Stanza di Eliodoro del Palazzo apostolico, “L’apparizione di Dio a Mosè”, e nuove soluzioni architettoniche che Raffaello stava studiando per la Basilica di San Pietro, come responsabile della Fabbrica.

Studi sui disegni preparatori della Trasfigurazione

Disegni e cartoni che preparano la “Trasfigurazione”

Quindi Achim Gnann, curatore di arte italiana del Museo Albertina di Vienna, ha portato studiosi e pubblico a ripercorrere l’affascinate preparazione dell’ultimo capolavoro di Raffaello, del quale è grande esperto, la “Trasfigurazione”, opera che si trova a pochi metri dal tavolo dei relatori. Disegni e cartoni che oggi si trovano a Vienna e al Louvre, opera di Giulio Romano ma anche del maestro stesso, chiariscono che la scena della guarigione del ragazzo posseduto viene aggiunta in un secondo momento, e che quindi Raffaello ha disegnato un cartone preparatorio (poi andato distrutto) con figure nude, forse ispirato a quello di Michelangelo per la “Battaglia di Cascina”. Radiografie e riflettografie ad infrarossi del dipinto, effettuate dai laboratori dei Musei Vaticani, suggeriscono, secondo Gnann, che il Sanzio ha prima disegnato i nudi, nello strato preparatorio della pittura, e poi ha studiato e realizzato i panneggi. Una cura estrema per la sua ultima, grandiosa opera, realizzata tra il 1516 e il 1520.

Il cartone della “Scuola di Atene” sovrapposto all’affresco nella Stanza della Segnatura

Il cartone della “Scuola di Atene” alla Biblioteca Ambrosiana

Le ultime relazioni della mattinata hanno riguardato l’eccezionale restauro del gigantesco cartone preparatorio della “Scuola di Atene” della Stanza della Segnatura, realizzato tra il 2014 e il 2019 dalla Biblioteca Ambrosiana che lo espone oggi nella più grande vetrina ad anta unica del mondo. Si tratta del più grande cartone rinascimentale arrivato fino a noi, e custodito dalla Ambrosiana dal 1618 ad oggi, se si esclude la “trasferta” al Louvre nei primi anni dell’Ottocento con le requisizioni napoleoniche. Voluto fortemente dal cardinale Federico Borromeo “per suscitare emozione ed ispirare gli artisti”, il cartone di Raffaello, arrivato diviso in due parti, con una grave lacuna nella parte centrale inferiore, era stato restaurato già al suo arrivo a Milano e poi al Louvre alla fine del Settecento. Monsignor Alberto Rocca, direttore della Pinacoteca dell’Ambrosiana, ha presentato l’allestimento finale e le motivazioni del restauro, mentre il restauratore degli Uffizi Maurizio Michelozzi ha ripercorso la storia degli interventi di conservazione.

Il cantiere-pilota per il restauro delle Logge di Raffaello

Nel pomeriggio, la seconda sessione dedicata all’”Inventio e varietas nella pittura murale” di Raffaello, ha visto il delegato scientifico delle direzione dei Musei Vaticani Guido Cornini, insieme ai maestri restauratori Fabio Piacentini e Francesca Persegati e al responsabile del Gabinetto di ricerche scientifiche dei Musei Ulderico Santamaria, presentare tecniche e scoperte dei restauri della Sala di Costantino e poi il cantiere-pilota del restauro delle Logge di Raffaello.

Il logo del convegno di studio

Un lavoro “plurale e condiviso” di tutta la bottega del Sanzio

Le invenzioni decorative di pareti e pilastri della Seconda Loggia, è stato ribadito, “e i soggetti religiosi che le dominano dall’alto”, sono stato presi a modello di perfezione decorativa per ville e palazzi “all’antica”, ma anche un richiamo irresistibile per milioni di visitatori sfilati nei secoli sotto le sue volte. Un lavoro “plurale e condiviso” della bottega di Raffaello, che preparò il progetto, che negli ultimi due anni è stato oggetto di un test sperimentale per un progetto più ampio di restauro. Osservazioni microclimatiche, prove di pulitura , concentrate sulla parte più interna delle “Storie di Giacobbe”, con l’episodio del Sogno del patriarca, hanno preparato la strada all’ormai prossimo intervento di restauro.

Il convegno prosegue il 28 e 29 settembre

Il convegno di studio, dedicato alla memoria del restauratore della Cappella Sistina Gianluigi Colalucci, da poco scomparso e di cui era prevista la partecipazione, accanto ai maggiori esperti di Raffaello, prosegue il 28 e 29 settembre. Sono previsti anche sopralluoghi ai luoghi raffaelleschi vaticani e la visita della mostra appena inaugurata “I santi Pietro e Paolo di Raffaello e fra Bartolomeo. Un omaggio ai patroni di Roma“. 

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