Mosul, torneranno a vivere le due chiese e il minareto distrutti dall’Is

Vatican News

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Dopo tre anni di intensi lavori preparatori, partirà, il prossimo mese, la ricostruzione del minareto di Al-Hadba, della chiesa di Al-Saa’a (Nostra Signora dell’Ora, dei padri domenicani) e di quella della chiesa siro-cattolica di Al-Tahera, (dell’Immacolata) a Mosul, in Iraq. L’annuncio è stato dato dal vicedirettore generale per la cultura dell’Unesco, Ernesto Ottone Ramìrez, e dagli Emirati Arabi Uniti, coinvolti nei lavori che verranno inaugurati dal direttore generale dell’Unesco, Audrety Azoulay.

Rivivrà lo ‘spirito di Mosul’

L’80% della città vecchia di Mosul è stata distrutta dai miliziani del sedicente Stato islamico, che l’hanno occupata dal 2014 al 2017. Dopo la liberazione della città, l’anno successivo, l’Unesco ha lanciato un’ambiziosa iniziativa internazionale di ricostruzione e di riconciliazione per “far rivivere lo spirito di Mosul”, per riportare questa città, ricca di storia, crocevia di culture e religioni del Medio Oriente, al suo antico splendore, responsabilizzandone anche la popolazione, coinvolgendola nel processo di riedificazione. Gli Emirati Arabi Uniti sono stati il primo partner ad aderire a questa iniziativa dell’organizzazione delle Nazioni Unite, per il restauro della moschea Al-Nouri e del minareto Al-Hadba. Il progetto è stato poi ampliato per includere le chiese Al-Saa’a e Al-Tahera. L’Unione europea ha quindi collaborato con l’Unesco per il rifacimento di 122 case storiche, che verranno inaugurate a marzo. 

Un lavoro ambizioso iniziato nell’autunno 2018

In coordinamento con il governo dell’Iraq, i partner locali e gli esperti internazionali, il processo di restauro di questi monumenti iconici è iniziato nell’autunno 2018, a partire dalle operazioni di sminamento dei quattro siti, fortemente danneggiati. Durante il processo di sgombero delle macerie, sono state rinvenute pietre di valore da utilizzare durante le fasi di ricostruzione, accuratamente selezionate da esperti internazionali e da studenti di archeologia dell’Università di Mosul. I quattro siti, tutti messi in sicurezza e stabilizzati, sono pronti per il cantiere. Oltre alla riabilitazione dei monumenti architettonici, questa iniziativa intende anche essere una importante occasione di formazione professionale per i giovani, di rafforzamento delle capacità degli artigiani e di creazione di posti di lavoro. 

Una scoperta archeologica eccezionale

Sotto la sala delle preghiere di Al-Nouri, scavi archeologici, coordinati dal Ministero della Cultura dell’Iraq e dal Consiglio di Stato delle antichità e del patrimonio, hanno anche permesso di rinvenire quattro stanze del periodo degli Atabeg (1127-1233), probabilmente utilizzate per le abluzioni, come indicherebbe la scoperta di una serie di bacini d’acqua e di canali di drenaggio adiacenti alle pareti laterali degli ambienti. La datazione delle stanze è stata possibile grazie al rinvenimento di monete risalenti a tale epoca. Sono stati trovati anche altri manufatti di diverse epoche, come vasi, frammenti di ceramica e pezzi di pietra intagliata. “Questa scoperta – ha dichiarato Ramìirez – porta un messaggio di speranza al popolo di Mosul, all’Iraq e al mondo. Mette in evidenza la profonda storia del Paese, apre nuove opportunità per imparare a scoprirne il ricco patrimonio”.