Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Mosca è pronta a considerare un’eventuale proposta di incontro tra il presidente Putin e l’omologo statunitense Biden al G20 di novembre in Indonesia, se questa venisse inoltrata. La notizia di un possibile bilaterale tra Mosca e Washington è stata data dall’agenzia russa Tass, che ha rilanciato anche le parole del ministro degli esteri russo Lavrov circa una possibile escalation nucleare. “In accordo con la sua dottrina nucleare – avrebbe detto Lavrov – la Russia pianifica misure di ritorsione esclusivamente per prevenire l’annientamento della Russia”.
Le reazioni all’offensiva russa
Questo pomeriggio si svolge l’atteso vertice straordinario del G7, mentre domani si incontreranno Putin ed Erdogan. Non è la prima volta dall’inizio del conflitto, ma il faccia a faccia assume una valenza particolare vista l’escalation degli ultimi giorni. Intanto, le Nazioni Unite fanno sapere che I bombardamenti russi di ieri sull’Ucraina “potrebbero aver violato” il diritto internazionale in materia di guerra. Anche la Cina esprime “preoccupazione” per gli ultimi sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina, ed “invita le parti interessate a risolvere adeguatamente le divergenze con il dialogo e le consultazioni”, come detto dalla portavoce del ministero degli Esteri di Pechino.
Colpita anche Leopoli
A Leopoli intanto è di nuovo blackout nelle forniture elettriche, la città ucraina occidentale anche oggi è stata colpita dai bombardamenti russi che come obiettivo principale, nelle ultime ore, hanno avuto proprio le infrastrutture della rete elettrica. Il governatore della regione, Maxim Kozitski, ha confermato su Telegram che ci sono state almeno tre esplosioni contro due impianti e ha chiesto ai residenti di adottare misure per risparmiare energia. Il sindaco Andriy Sadovyi, ha denunciato che un terzo della città questa mattina era senza elettricità. Ci sono state anche sospensioni dell’erogazione di acqua in diversi quartieri. Le sirene intanto hanno suonato nuovamente anche nella capitale, Kiev, a 30 ore dall’attacco di ieri.
Una fase nuova della guerra
“Dopo il 30 settembre”, giorno in cui la Russia ha riconosciuto l’esito del referendum, definito farsa, in Ucraina, “si è aperta una nuova fase del conflitto”. Lo sostiene Pietro Batacchi, direttore di Rivista Italiana Difesa. L’offensiva russa delle ultime ore certamente “è legata all’attacco ucraino, dal forte valore simbolico, al ponte che collega la Russia alla Crimea”, ma va letta anche, aggiunge Batacchi, analizzando l’avanzata di Kiev ad est, che prosegue ormai da diverse settimane.
L’esperto di strategia militare sottolinea poi come sia sbagliato parlare di isolamento internazionale della Russia, mentre per quanto riguarda le sanzioni “bisognerà aspettare del tempo, perché gli effetti saranno a medio e lungo termine, non certo nel breve periodo”. Centrale resta la parola negoziato, necessario per arrivare alla tanto auspicata pace. Secondo Batacchi si tratta di un traguardo ancora lontano, ma “sarei ben contento – conclude – se già si arrivasse in breve tempo ad un cessate il fuoco tra le parti”.