Moraglia: Pio X, la fedeltà al Vangelo con coraggio e profezia

Vatican News

Dopo Treviso e Padova, è arrivata a Venezia la scorsa notte, trasportata su un’apposita chiatta attraverso la laguna, l’urna con le spoglie di Papa Sarto per la terza tappa veneta della “peregrinatio corporis” in occasione del 120.mo anniversario della sua elezione al soglio pontificio

Alvise Sperandio – Venezia

Il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha accolto stamane, e aperto ufficialmente, la peregrinatio corporis di San Pio X nella diocesi Patriarcato di Venezia. L’urna con le spoglie del Pontefice trevigiano è giunta nella scorsa notte da Padova nella basilica della Madonna della Salute, grazie a un trasporto speciale organizzato da 593 Studio, azienda trevigiana impegnata nelle operazioni di trasferimento logistico, con una trentina di tecnici, in collaborazione con la cooperativa Castel Monte Onlus. Officiando il rito di accoglienza, monsignor Moraglia ha affidato a Papa Sarto l’invocazione per la pace in Terra santa, con la preghiera di Papa Francesco. Giuseppe Melchiorre Sarto fu cardinale Patriarca di Venezia dal 1893 al 1903 quando fu eletto successore di Pietro. Morì nel 1914. È stato proclamato santo nel 1954. Monsignor Francesco Moraglia spiega a Vatican News il significato del pellegrinaggio veneziano a venerare San Pio X.

Le reliquie di S. Pio X a Venezia

Eccellenza: chi è stato San Pio X per Venezia?

Gli anni veneziani del Patriarca Sarto ci consegnano, in piccolo, le caratteristiche del suo pontificato. Vivere in una città segnata da sempre da molteplici influssi lo portò a confrontarsi con visione tipiche della “modernità” che propugnavano, per alcuni versi, una società segnata da concezioni che erano in opposizione al bene comune e alla carità sociale della visione cristiana. Si confrontò con una società in cui la scristianizzazione stava imponendosi. Seppe intravvedere la necessità di curare la formazione cristiana delle persone – in particolare attraverso la catechesi o, come si diceva allora, “la dottrina cristiana”, non solo dei bambini ma anche degli adulti – affinché la fede fosse compresa e assunta con più consapevolezza dai singoli e dalle comunità. A Venezia si adoperò per la partecipazione dei fedeli alla liturgia e all’Eucaristia, facendo in modo che le celebrazioni, non solo nella basilica cattedrale di san Marco ma anche nelle parrocchie più piccole, fossero sempre ben preparate, sobrie, dignitose, capaci di trasmettere il mistero che annunciavano e vivevano. E non si dimenticò mai dei poveri a cui donava con generosità.

Che significato ha l’arrivo delle sue spoglie nel Patriarcato?

Le spoglie di un santo richiamano il suo corpo, ossia lo “spazio” in cui si è reso visibile durante la sua vita mortale e, quindi, ci permettono d’incontrare in modo particolare la persona di cui la Chiesa venera l’eroicità delle virtù. La santità consiste proprio nell’esercizio eroico delle virtù cristiane. In altre parole, le spoglie mortali di un santo rimandano alla concretezza di un’esperienza di vita che si è svolta in un tempo, in luoghi e circostanze concrete. Giuseppe Melchiorre Sarto – san Pio X, che in questi giorni è tornato nella sua terra, il Veneto – non era un “superuomo” arrivato da chissà dove… È stato, semplicemente, uno di noi, un battezzato a cui il Signore ha usato una particolare misericordia e a cui egli ha risposto in pienezza. Sì, il santo, a partire dalla sua umanità, diventa un uomo nuovo, Vangelo vissuto.

Qual è, a suo parere, il tratto più distintivo della figura di Sarto, già patriarca di Venezia?

Ritengo la sua capacità di profezia, il coraggio e la libertà di parola che ha mostrato, non temendo i giudizi degli uomini. Queste ritengo tra le caratteristiche umane e sacerdotali più evidenti di Giuseppe Melchiorre Sarto, il quale – in un mondo disincantato, sempre più volto alle scienze e alla tecnica – volle annunciare il Vangelo, non cercando il plauso e il facile consenso. Il suo desiderio era, piuttosto, rimanere fedele al Signore Gesù e al suo Vangelo. Certamente, considerando l’oggi, non fatichiamo a pensare che sarebbe stato un fiero oppositore del “politicamente corretto” e del “pensiero debole”.

C’è qualcosa del suo magistero che risuona attuale in questo tempo di Sinodo per la Chiesa e di guerre nel mondo?

Mi rifaccio al suo motto che è biblico, essenziale ed esaustivo: “Instaurare omnia in Christo”. Esso esprime con grande chiarezza, anche ai nostri giorni, quale fosse il centro unificatore della sua vita, il suo riferimento e fondamento spirituale. Oggi più che mai la Chiesa è chiamata ad esprimere con semplicità, in modo comprensibile e credibile il mistero del Dio Misericordia. San Pio X anche oggi ci invita ad essere, per riprendere un’efficace immagine evangelica, quei tralci che, solo se uniti alla vite che è Cristo, danno frutto. Rileggevo in questi giorni – e mi ha rimandato subito a san Pio X – il passo dell’Imitazione di Cristo che dice: Soltanto chi sente tutte le cose come una cosa sola, e le porta verso l’unità e le vede tutte nell’unità, può avere tranquillità interiore e abitare in Dio nella pace… Si rimetterà del tutto e con piena fiducia in Dio: in Dio, che per lui sarà tutto, in ogni circostanza; in Dio, agli occhi del quale nulla muove o va interamente perduto; in Dio, e per il quale ogni cosa vive, servendo senza esitazione al suo comando”. 

Qual è l’invito che vuole rivolgere ai fedeli veneziani rispetto al programma della peregrinatio corporis?

Ho ripetutamente chiesto che questa peregrinatio sia un tempo di conversione, di preghiera personale, di celebrazioni liturgiche, di catechesi e di carità vissuta affinché, attraverso l’esempio e l’intercessione di san Pio X, possiamo vivere bene quanto il Signore oggi chiede a ciascuno di noi e alla Chiesa che è in Venezia. Viviamo questi giorni come una rinnovata “chiamata” a far fiorire la santità che ci è stata donata col Battesimo.