Il presule nominato oggi dal Papa prende il posto del cardinale Emil Paul Tscherrig, che ricopriva la carica dal 2017. La gratitudine della Cei
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Lascerà le Repubbliche baltiche di Lituania, Lettonia ed Estonia, dov’era nunzio apostolico da quasi cinque anni, per venire a ricoprire la medesima carica in l’Italia e presso la Repubblica di San Marino. Il 64.enne canadese arcivescovo Petar Rajič si accinge dunque a un nuovo trasferimento, che gli consentirà di succedere al cardinale 77.enne Emil Paul Tscherrig, creato cardinale dal Papa nel concistoro del settembre 2023.
Il serizio alla Santa Sede
Originario di Toronto, ordinato sacerdote nell’87, monsignor Rajič dopo la laurea in Diritto Canonico è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel luglio del ’93 e in seguito ha servito nelle Rappresentanze Pontificie in Iran e Lituania, quindi ha lavorato in seno alla Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Dopo la nomina a nunzio nel 2009, il primo incarico con Benedetto XVI è stato in Kuwait, Bahrein e Qatar, e in veste di delegato apostolico nella Penisola Arabica. Francesco lo ha destinato nel 2015 in Africa, come nunzio in Angola e São Tomé e Príncipe, mentre nel 2019 è stata la volta delle Repubbliche baltiche. Poliglotta, conosce il croato, l’inglese, l’italiano e il francese.
La nota della Cei
La Conferenza episcopale italiana ha ringraziato il Papa per la nomina di monsignor Rajič, segno – si legge in una nota – dell’“attenzione continua e costante verso le Chiese in Italia”. Quello recente, si legge ancora, è stato “un tempo intenso, contraddistinto da profondi cambiamenti che stanno interessando i territori e condizionato anche dalla pandemia” nel quale, scrivono i vescovi italiani a Francesco, “abbiamo davvero avuto modo di sperimentare la sua preziosa azione e il suo consiglio nel rendere sempre più saldi ed efficaci i vincoli di unità con la Sede Apostolica e nel tessere le relazioni con le autorità dello Stato”.