Federico Piana -Città del Vaticano
Il bilancio della visita di Papa Francesco in Slovacchia – seconda tappa del viaggio che il Pontefice ha compiuto partendo da Budapest, capitale dell’Ungheria, e durato quattro giorni, dal 12 al 15 settembre scorso – si può riassumere con l’espressione che monsignor Ján Babjak, arcivescovo metropolita della città di Presov per i cattolici di rito bizantino e presidente del Consiglio della Chiesa Greco-Cattolica slovacca pronuncia con gioia e soddisfazione: “Un grande miracolo”. Il presule, spiega che “in molti hanno avuto modo di vedere il Papa ricolmo di Spirito Santo, ringiovanito. La sua visita ha portato tanta gioia per tutti i fedeli”.
Quali frutti pensa che si raccoglieranno in futuro da questa visita?
Dovremo aspettare del tempo affinché i frutti possano maturare. Personalmente, vorrei che come frutto nascesse il rispetto per le opinioni altrui e il rafforzamento della società secondo quello che i Santi Cirillo e Metodio hanno insegnato. Inoltre, desidererei che noi fedeli ci comportassimo meglio gli uni con gli altri e che possa crescere l’amore reciproco. Per questo occorre conoscere bene, meditare, capire e mettere in pratica i discorsi che il Papa ci ha rivolto.
A Prešov, il Santo Padre ha presieduto la Divina Liturgia bizantina di San Giovanni Crisostomo nel giorno della festa dell’esaltazione della Santa Croce, lei come ha vissuto questo evento?
A Prešov, per la prima volta nella storia, nel giorno della festa dell’esaltazione della Santa Croce, è stata celebrata la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo dal Santo Padre: lo apprezzo molto e mi sento profondamente commosso. Anche Papa Francesco è stato profondamente commosso così come l’intero suo seguito. Sono sicuro che i fedeli greco-cattolici, quelli latini ma anche i non credenti che hanno partecipato abbiano sperimentato una grandissima benedizione di Dio. Nessuno poteva sognare che il Pontefice potesse onorarci con la sua visita e celebrare con noi la Divina Liturgia. E’ una grande soddisfazione e una grande ricompensa divina per tutti gli anni di persecuzione patiti dalla Chiesa Greco-Cattolica slovacca quando il comunismo l’ha seppellita: per 18 anni è stata costretta a vivere in modo nascosto. Questa sofferenza dei nostri vescovi, presbiteri e fedeli, ha portato importanti frutti spirituali: tre beati martiri e numerosi confessori eroi della fede.
Papa Francesco, nella sua omelia durante la messa celebrata al Santuario della Madonna dei Sette Dolori di Šaštín, ha detto che la Chiesa ha bisogno di profeti. Secondo lei, cosa vuol dire essere profeta oggi? E di quali profeti la Chiesa slovacca ha bisogno?
Oggi tutti abbiamo bisogno dei profeti di Dio, dei profeti della Verità, dei profeti d’amore e di pace. I profeti di Dio hanno il compito di dire la Verità divina alla gente: indicare gli errori, i peccati e convertire le persone al Signore attraverso la penitenza. Questo è il compito dei profeti di oggi: sacerdoti, vescovi e fedeli che non si lasciano influenzare dallo spirito del mondo ma dallo Spirito divino del Vangelo. Oggi ogni credente deve chiedere allo Spirito Santo il dono del chiaro discernimento per vedere cosa proviene da Dio e cosa dal suo avversario.
Nello stadio Lokomotívy di Košice, incontrando i giovani, il Santo Padre li ha invitati a guardare il Crocifisso e a non farsi sopraffare dal male. In Slovacchia i giovani che rapporto hanno con la fede?
Ci sono tanti giovani che scoprono la fede e cercano di viverla in un modo radicale e non equivoco. Ma ci sono altrettanti giovani che hanno la fede tradizionale e che l’abbandonano o addirittura la tradiscono quando, sul loro cammino, incontrano delle difficoltà. Questo dipende da chi li forma e da che tipo di amici hanno intorno e frequentano. Sono molto lieto che quasi ogni diocesi o archidiocesi abbia costruito un centro di formazione per la gioventù: sono centri che aiutano il radicamento nel cristianesimo e spingono anche a donarsi per gli altri. Nella Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo presieduta a Prešov dal Santo Padre, hanno preso parte circa 900 giovani volontari. Vorrei ringraziarli dal più profondo del cuore per il loro importante servizio.