Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Nella conferenza stampa tenuta per fare un primo resoconto dell’esito dell’indagine a Wuhan, il capo della missione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Peter Ben Embarek spiega che le informazioni raccolte insieme ai ricercatori cinesi “suggeriscono che l’origine del coronavirus è animale”, ma “la ricerca per la possibile rotta di penetrazione del virus nelle specie animali è ancora un lavoro in corso d’opera”.
Pangolini e felini i più probabili primi portatori del virus
“Un salto diretto dai pipistrelli agli umani non e’ probabile”, chiarisce Embarek, visto che a Wuhan e dintorni non sono molto diffusi. Rimane in piedi l’ipotesi pangolini e felini come primi portatori del Covid-19, ma l’Oms consiglia di proseguire gli studi.
Ancora da capire come il Covid-19 è arrivato a Wuhan
Il capo della missione Oms ammette che la ricerca sul campo “non ha stravolto le convinzioni che avevamo prima di cominciare” sulle origini della pandemia. Non si è riusciti, lamenta però Embarek, a scoprire come il virus sia entrato nel mercato Huanan di Wuhan, epicentro del primo focolaio noto della malattia, a fine 2019, e ha detto che servono ulteriori studi sul ruolo dei cibi surgelati come “superfice per la trasmissione del virus agli esseri umani”.
Un incidente di laboratorio è “estremamente improbabile”
E’ invece estremamente improbabile, secondo l’Oms, una diffusione del Covid-19 legata ad un incidente in un laboratorio. L’ipotesi che il virus fosse uscito dall’Istituto di Virologia di Wuhan e’ stata nel 2020 al centro dei sospetti internazionali, e soprattutto degli Stati Uniti, ed e’ sempre stata smentita da Pechino.
I ricercatori cinesi: il coronavirus negli animali è diverso
Dal canto suo Liang Wannian, a capo della delegazione di 17 esperti cinesi che ha affiancato la missione dell’Oms composta da altrettanti scienziati internazionali provenienti da 10 Paesi diversi, dichiara che i campioni di coronavirus trovati in pipistrelli e pangolini “non sono identici al Sars-Covid 2