Milano, Delpini: ogni alba dimostra che le tenebre non sono invincibili

Vatican News

Nell’ultimo giorno del festival di spiritualità “Soul”, sulle terrazze del Duomo, monumento simbolo del capoluogo lombardo, si è svolto un intenso momento di riflessione e meditazione. L’arcivescovo: “Lo stupore spirituale educa lo sguardo, educa il cuore e rivela che possiamo ancora aver fiducia nell’umanità”

Maria MIlvia Morciano – Città del Vaticano

Di domenica le città diventano più silenziose. Ancor di più Milano, che rallenta il passo e specialmente all’alba, quando il giorno sembra fare fatica ad arrivare e superare la barriera dei grattacieli che rendono l’orizzonte più distante. Ma ieri mattina, 17 marzo, alle ore 6.30, un gruppo di persone è salito sulle terrazze del Duomo ad aspettare il sorgere del sole. Dopo cinque giorni del Festival di spiritualità “Soul” dedicato al tema “Meraviglia, vigilia di ogni cosa”, lo sguardo si apre a questo stupore quotidiano del creato, rende viva e reale ogni parola, ogni intendimento, ogni sentimento. L’arcivescovo di Milano Mario Delpini e don Alliata, insieme a un piccolo gruppo di persone, si sono radunati tra le guglie del Duomo per creare uno spazio di apertura, ascolto e meditazione. Nel silenzio della città ancora addormentata si sono levate parole di riflessione e di meditazione e le note del violoncello di Issei Watanabe.

Ascolta l’intervista all’arcivescovo Delpini

Un momento suggestivo tra le guglie

Monsignor Delpini spiega ai media vaticani che l’idea è scaturita dal “voler inserire nel festival Soul un momento di stupore cogliendo l’alba, il sorgere del sole proprio in un punto caratteristico di Milano come il tetto del Duomo. L’evento è stato riservato a pochi, perché gli spazi e le esigenze di sicurezza imponevano una certa riduzione e abbiamo proposto la lettura di otto testi di autori diversi, di diverse culture e di diverse sensibilità, tutti concentrati su questo cogliere l’aspetto stupefacente della realtà, dell’essere vivi e dell’essere uomini e donne. È stato un momento molto suggestivo: tra le guglie del Duomo abbiamo visto farsi luce ed erompere il sole”, conclude l’arcivescovo.

La meraviglia nell’aprire il cuore

Un momento particolare di grande bellezza e suggestione. “È stata molto interessante la serie di testi che sono stati proposti e introdotti da don Paolo Alliata, che ha organizzato l’evento. La cosa che ha colpito è che in tutti questi testi si coglie la spiritualità della meraviglia, cioè quell’atteggiamento spirituale che sa comprendere anche le cose più ordinarie come modi del manifestarsi del mistero della vita, del mistero di Dio, del mistero della dell’essere abitanti di questo pianeta”, riflette Delpini, che prosegue: “Quindi dire che la meraviglia non scaturisce da un evento straordinario, da uno spettacolo creato artificiosamente, ma proprio dell’essere vivi, dell’essere capaci di aprire gli occhi e di aprire il cuore ai messaggi che la realtà ci offre. Anche la realtà più semplice, anche la cosa più ordinaria”.

Vivere la speranza

Quattro anni fa, l’arcivescovo Delpini era salito tra le guglie del Duomo per pregare da solo di fronte alla Madonnina. Eravamo in piena pandemia, un momento che ha sorpreso di angoscia tutto il mondo, che ci rendeva impotenti e isolati, sovrastati da qualcosa di tanto più grande. Ma oggi il mondo continua a essere angosciato dalle guerre, dalla povertà e dalle ingiustizie. Questo momento così bello e poetico di “Soul”, del festival dedicato alla meraviglia, in quest’alba di marzo, a due settimane da Pasqua, ha il sapore di una speranza. Delpini commenta: “Le guerre sono un evento sconcertante che induce quasi a perdere la fiducia nell’umanità, perché sono scelte talmente assurde, imprese talmente rovinose dal portare a domandarci come mai possano esistere. La spiritualità è invece un modo che educa lo sguardo, educa il cuore e rivela che possiamo ancora aver fiducia nell’umanità perché si è capaci di scrivere poesie, comporre musiche, desiderare la pace. Con questa iniziativa abbiamo dato un messaggio che può, così come il sole che sorge, vivere una speranza e pensare che le tenebre non sono invincibili”.