Migranti vittime del mare alle Bahamas e nel Mediterraneo

Vatican News

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Tragedia al largo delle Bahamas

Almeno 17 migranti provenienti da Haiti, tra cui un bambino, sono morti al largo delle Bahamas, quando la barca sulla quale si trovavano si è capovolta, a oltre 11 chilometri al largo dell’isola di New Providence. Il primo ministro delle Bahamas Philip Davis ha affermato che si ritiene che le persone a bordo stessero viaggiando da Haiti verso Miami, in Florida, negli Stati Uniti. Altre 25 persone sono state salvate, inclusa una donna che è stata trovata viva all’interno della barca ribaltata, hanno spiegato le autorità. Almeno una persona è ancora dispersa, e le ricerche sono in corso. Due persone, entrambe delle Bahamas, sono state arrestate per sospetto contrabbando di esseri umani. Il numero di quanti tentano il pericoloso viaggio negli Stati Uniti è aumentato in modo significativo con l’inasprirsi ad Haiti della violenza tra bande in una situazione di povertà endemica.

Vittime anche nel Mediterraneo

Nella città di Messina, in Sicilia, sono arrivate ieri 179 persone, ma sulla banchina sono stati deposti anche cinque corpi senza vita: da accertare le cause della morte. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, dall’inizio dell’anno, sono almeno 750 le persone che sono annegate nel Mediterraneo centrale nel tentativo di raggiungere l’Europa.

Sette sbarchi in poche ore

Dall’alba di oggi si sono registrati sette sbarchi sulla costa siciliana. Se si considera un arco di 24 ore, due vedette della capitaneria di porto sono giunte al molo Norimberga di Messina dopo avere soccorso un peschereccio tra Libia e Calabria con a bordo 600 persone. Alcune persone sono state dirottate verso Portopalo di Capo Passero, Catania e Crotone. Tra i migranti vi sono trenta minori non accompagnati. Sono 674 in totale le persone salvate ieri – alcune recuperate direttamente dall’acqua – da motovedette della capitanerie e della Guardia di Finanza e dalla nave mercantile Nordic che sono state trasbordate su nave Diciotti della Guardia Costiera, per poi arrivare a terra. E’ Lampedusa il porto dove più forte si sente la pressione degli arrivi. Ventisei recuperi di barche, con oltre 600 persone, sono avvenuti fra la notte e la mattinata a Lampedusa dove, solo nella giornata di ieri, ci sono stati un totale di 13 arrivi di imbarcazioni, gran parte recuperate a largo, con poco meno di 350 persone.

Alcuni barchini con migranti sono riusciti a raggiungere direttamente la terraferma, fra Cala Pisana e molo Madonnina. L’emergenza è cominciata a mezzanotte, quando quattro tunisini, fra cui una donna, sono approdati a Cala Pisana con un gommone di due metri. La Guardia di Finanza, poco dopo, a mezzo miglio dalla costa, ha intercettato un’imbarcazione di 13 metri, partita da Zawija (Libia), con 123 pakistani, bengalesi, egiziani e sudanesi. La stessa motovedetta delle Fiamme gialle, nel rientrare in porto, ha intercettato un natante di sei metri, partito da Zarzis (Tunisia), con a bordo 14 tunisini, fra cui 4 minori. A circa quattro miglia da Capo Ponente è stata invece bloccata una barca con 33 siriani ed egiziani, fra cui 10 donne e 2 minori. Direttamente a molo Madonnina è giunto poi un barchino di cinque metri, partito da Zarzis, con a bordo 13 tunisini, fra cui 4 minori. E così via un susseguirsi di sbarchi di migranti fermati a largo con i loro natanti: 111 tra afghani, pakistani, sudanesi, etiopi, somali, nigeriani, senegalesi ed eritrei, poi 13 tunisini e ancora 73 persone su quattro barche, poi altri 36 migranti e poi ancora altri 73. In serata è previsto un trasferimento di 123 migranti con il traghetto di linea per Porto Empedocle. Ci sono poi altri salvataggi operati dalle imbarcazioni di ong come Sea watch, Sos Mediterranée. 

Sotto pressione l’hotspot di Lampedusa

Gli arrivi di questi giorni sono in linea con quelli registrati l’anno scorso nello stesso periodo. Ma sono 1.871 i migranti ospiti all’hotspot di Lampedusa, a fronte dei 450 posti disponibili.