Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Quello che si è concluso nella serata di lunedì a Lampedusa è stato il primo salvataggio dell’Aurora, la nuova nave dell’ong Sea Watch, che ha avuto l’autorizzazione allo sbarco ieri sera intorno alle 21.30. Così 85 persone migranti, tutte di origine subsahariana, dopo un primo controllo sanitario, sono state condotte nell’hotspot di contrada Imbriàcola, dove si trovano già più di 600 ospiti a fronte di una capienza massima di 250. Gli ultimi profughi arrivati sull’isola siciliana erano stati salvati domenica notte, grazie all’Sos lanciato da Alarm Phone, dalla barca a vela Nadir di Resqship, mentre la carretta del mare sulla quale stavano attraversando il Mediterraneo imbarcava acqua in zona Sar Maltese. E ieri sera, sempre a Lampedusa, al molo Favaloro, la guardia di Finanza ha sbarcato 120 profughi, tra i quali 16 minori, raccolti da un barcone di 12 metri a 30 miglia a sud dell’isola.
L’accoglienza a Pozzallo dei 294 migranti della Ocean Viking
I 294 che da dieci giorni erano sulla Ocean Viking della Sos Mediteranee, arrivati a Pozzallo nel Ragusano, sono risultati tutti negativi al tampone anti-Covid, ma cinque immigrati sono stati accompagnati all’ospedale di Modica per traumi e ferite, così come le quattro donne in gravidanza, per i normali controlli ostetrico-ginecologici. I 38 minori non accompagnati sono stati trasferiti in un centro di accoglienza siciliano. L’indicazione del “porto sicuro” da parte delle autorità italiane è arrivata nella serata di domenica mentre lo sbarco è avvenuto in mattinata. “Ancora una volta Pozzallo svolge un’importante operazione umanitaria – ha commentato il sindaco Roberto Ammatuna – Salvare vite umane e accogliere è un dovere etico che deve essere sempre praticato senza incertezza alcuna. Al governo italiano e all’Europa il compito di affrontare subito la grande questione delle migrazioni”.
Nel 2022, arrivate in Italia più di 18 mila persone
Secondo i dati diffusi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Gabrielli, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, a oggi sono 18.800 le persone arrivate sul territorio italiano dall’inizio anno, 4400 in più rispetto ai primi 5 mesi del 2021, “in gran parte legate al flusso che arriva dalla Turchia e dal Libano, mentre quello dalla Tunisia e dalla Libia si è mantenuto tendenzialmente stabile”.
Lamorgese: dopo il blocco del grano, in Africa pane razionato
Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha ribadito più volte nelle ultime settimane, le preoccupazioni per gli effetti che la guerra in Ucraina stanno già avendo sul continente africano, dove Paesi come Tunisia ed Egitto – che dipendono in larga parte dall’import di grano ucraino per il loro fabbisogno alimentare – stanno già razionando il pane dopo il blocco dei cereali nei porti. “C’è il rischio – ha evidenziato la titolare del Viminale – di una gravissima crisi umanitaria che andrà ad incidere sui flussi migratori ed è importante che ci sia un ruolo dell’Europa”. Il 4 giugno è in programma un incontro a Venezia tra i ministri dell’Interno di Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro (Med 5) per affrontare il tema.
A giorni stop al servizio delle navi-quarantena
E dopo quasi due anni, si sta per concludere l’esperienza delle navi-quarantena, attivate nell’estate del 2000, in piena emergenza Covid, per consentire il periodo di isolamento in mare dei migranti arrivati in Italia alleggerendo le strutture sul territorio. Nei momenti più caldi erano ben cinque quelle in servizio, ora ne sono rimaste due, che tra pochi giorni concluderanno l’attività per dedicarsi alla loro mission iniziale: il trasporto di turisti. Il 31 maggio scade infatti la proroga prevista da un’ordinanza del ministro della Salute e non ce ne dovrebbero essere altre. Significa che, una volta conclusa la quarantena per le persone ora ospitate sulla Azzurra e sulla Aurelia, a Lampedusa e a Pozzallo, il servizio finirà e le misure sanitarie per chi sbarcherà, in un’estate che si annuncia molto calda sul fronte dei flussi migratori, saranno svolte a terra. Le navi-quarantena sono state a lungo criticate dalle organizzazioni umanitarie e venerdì scorso anche il Garante per i diritti dei detenuti, Mauro Palma, ha chiesto di dismetterle al più presto: si tratta infatti, ha detto, di “una soluzione transitoria ed eccezionale legata allo stato di emergenza sanitaria. Lo stato d’emergenza è però terminato il 31 di marzo e non sono state ancora dismesse”.