Tiziana Campisi – Città del Vaticano
“Agire con decisione e rapidità per trovare soluzioni almeno temporanee per salvare la vita delle persone”: è quanto chiede monsignor Jozic perché si risolva la crisi dei migranti al confine bielorusso-polacco che la Chiesa sta seguendo da vicino, esortando tutti i cattolici ad impegnarsi per una rapida soluzione del problema. “Migliaia di persone provenienti da diversi paesi del Medio Oriente e dai paesi vicini, in cerca di una vita migliore, fuggono dalle tante difficoltà che hanno incontrato nei loro paesi d’origine – spiega il nunzio apostolico nella dichiarazione pubblicata da catholic.by, il portale della Chiesa cattolica in Belarus – e cercano di trovare un altro posto dove vivere per sé e per le proprie famiglie”. E al di là dell’attuale crisi politica in Belarus, per monsignor Jozic “la crisi dei migranti richiede urgenti soluzioni concrete per controllare i flussi migratori e solidarietà di tutti per soddisfare i bisogni delle persone, in particolare bambini e donne, che rimangono bloccati per molti giorni al confine bielorusso con l’Unione europea”.
L’impegno della Chiesa cattolica
Il nunzio apostolico ricorda poi che “la Chiesa cattolica è sempre vicina a coloro che soffrono o si trovano in condizioni di vita difficili”, e attraverso la Caritas cerca di offrire aiuti umanitari a coloro che ne hanno bisogno. È quello che stanno facendo Caritas Belarus e Caritas Polonia, alle quali monsignor Jozic esprime gratitudine per l’impegno al confine fra i due paesi, aggiungendo che “la Chiesa prega per una soluzione a questa emergenza e chiede di agire anche in ambito politico per salvare vite umane”. Il nunzio ribadisce inoltre quanto detto da Papa Francesco all’Angelus del 24 ottobre a proposito dei flussi migratori verso l’Unione europea, chiedendo garantire ai migranti “condizioni di vita degne, alternative alla detenzione, percorsi regolari di migrazione e accesso alle procedure di asilo”. “In questo momento, c’è bisogno di solidarietà per salvare la vita delle persone e per trovare la soluzione migliore per chi è alla frontiera – conclude monsignor Jozic – È impossibile limitarsi a guardare le migliaia di persone sull’orlo della vita o della morte, in attesa di soluzioni a lungo termine”.