Durerà sei mesi lo stato di emergenza nazionale deciso martedì 11 aprile dal Governo italiano. Un provvedimento con cui si cercherà di intervenire, in materia di immigrazione, rispetto all’incremento dei flussi di richiedenti asilo provenienti dal Mediterraneo. Monsignor Perego, presidente di Migrantes: il sistema di accoglienza italiano ha bisogno di essere rafforzato
Gabriele Rogani e Alessandro Guarasci – Città del Vaticano
Nel Consiglio dei ministri andato in scena ieri a Palazzo Chigi, il Governo italiano ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale, al fine di riuscire a gestire l’incremento di migranti arrivati in questi mesi attraverso le rotte del Mediterraneo. Attraverso questo provvedimento, è stato stabilito anche uno stanziamento di risorse economiche, presenti nel Fondo per le emergenze nazionali, da destinare agli interventi urgenti. Lo stato di emergenza sarà infatti sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni di euro, oltre ai venti previsti per i successivi sei mesi.
Un precedente nel 2011
Tra gli obiettivi, risposte più efficaci nella gestione dei migranti, oltre che procedure veloci per soluzioni di accoglienza, e il rafforzamento delle strutture per i rimpatri dei non aventi diritto alla permanenza in Italia. “Abbiamo deciso lo stato di emergenza sull’immigrazione per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi”, il commento della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’unico precedente italiano su questa materia risale al 2011, quando l’Esecutivo guidato da Silvio Berlusconi stabilì un piano di distribuzione nelle regioni dei profughi originari del Nord Africa. Con questa deliberazione, potrà essere nominato un commissario, che avrà il compito di realizzare gli interventi previsti, che comporterebbe un nuovo assetto temporaneo di poteri.
Nel 2023 sbarchi in netta crescita
I numeri dei primi tre mesi di quest’anno sembrano aver avuto un ruolo determinante per la decisione del Governo italiano. Nel 2023 sono 31.200 i migranti sbarcati in Italia, +300% rispetto al 2022. Attraverso l’ultimo report mensile di Frontex, quello relativo a marzo, l’agenzia di guardia di frontiera europea ha sottolineato l’incremento degli arrivi lungo il Mediterraneo centrale, con partenze dalle coste tunisine e libiche verso quelle italiane. Nel solo mese di gennaio in 4.526 hanno percorso questa rotta, un dato che fa registrare un +49% rispetto a gennaio 2022. In questo senso anche il mese di febbraio ha mostrato una tendenza similare: più di 14mila i richiedenti asilo i migranti sbarcati, il triplo rispetto a quanto avvenuto nel 2022 e nel 2021.
L’importanza di rafforzare il sistema di accoglienza
“Credo che la proclamazione dello stato di emergenza possa essere utile per accelerare alcune azioni di trasferimento di persone”, rispetto allo scorso “il triplo di loro sta raggiungendo le coste di Lampedusa, ma questo stato di emergenza – afferma ai microfoni di Radio Vaticana – Vatican News monsignor Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Presidente di Migrantes – non deve far dimenticare che il sistema di accoglienza in Italia ha bisogno di essere rafforzato, senza dare la percezione che i richiedenti asilo che stanno arrivando siano un problema emergenziale”.
In questo contesto l’Italia è in realtà implicata da decenni, soprattutto in virtù della sua posizione geografica, così nevralgica per le coste del Mediterraneo. “L’Italia deve svolgere il suo ruolo prioritario, e proprio per questo – prosegue monsignor Perego – il piano di accoglienza, distribuito su tutto il territorio, deve essere rafforzato. Ad oggi è assolutamente insufficiente. Ci sarebbe bisogno – conclude – di un’accoglienza distribuita all’interno di una programmazione europea, che era già stata avviata in precedenza, ma che poi è rimasta in un limbo. È arrivato il momento di riprenderla”.
Il ruolo dell’Unione Europea
“La Commissione Europea ha preso nota della decisione dell’Italia di dichiarare lo stato di emergenza sui migranti: è una misura di stampo nazionale e origina da una situazione molto difficile a causa dell’aumento del numero degli arrivi”. A dirlo, all’indomani della decisione italiana, una portavoce dell’Esecutivo Ue, precisando che prima di commentare le misure specifiche previste dal decreto la Commissione dovrà “vagliare nel dettaglio le norme previste”. La Commissione è “in contatto” con le autorità italiane, afferma ancora la portavoce, sottolineando come “l’Italia ha chiesto assistenza finanziaria alla Commissione Europea a causa dell’aumento degli arrivi di migranti, in particolare per affrontare la situazione critica nell’hotspot di Lampedusa”. Infine le Nazioni Unite fanno sapere che il trimestre gennaio-marzo 2023 è stato “il più letale per i migranti che hanno attraversato il Mediterraneo centrale dal 2017, con 441 vite perse nel tentativo di raggiungere l’Europa”. A dirlo è stato Antonio Vitorino, capo dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite.