Continuano gli sbarchi dei migranti in situazioni di estrema difficoltà. Sull’isola di Lampedusa in 24 ore sono arrivati in oltre 3 mila e sono cominciati i trasferimenti. Riccardo Campochiaro: si tratta di persone che hanno dovuto lasciare una situazione di enorme difficoltà
Sofiya Ruda – Città del Vaticano
Nell’arco dei prossimi venti giorni saranno attivati 850 nuovi posti di primissima accoglienza per una soluzione strutturale che consenta di ridurre la pressione migratoria su Lampedusa e sulla Sicilia orientale. Lo ha reso noto il Ministero dell’Interno italiano, comunicando che la sera del 26 aprile sono partiti i primi 400 migranti.
Serve più organizzazione
Tuttavia la situazione rimane molto difficile, come spiega a Radio Vaticana – Vatican News Riccardo Campochiaro, presidente di Centro Astalli Catania, che conferma un chiaro sovraffollamento nell’hotspot di Lampedusa, ma non solo. “Questo fa pensare subito che ci sia una straordinarietà nella situazione degli sbarchi, ma non è così – sottolinea – in realtà l’alto numero di afflussi è una costante che noi abbiamo avuto negli ultimi dieci anni, tranne forse nel periodo relativo al Covid-19”. Secondo Campochiaro, per risolvere la questione del sovraffollamento servirebbe una maggiore organizzazione da parte del Governo italiano nel creare più posti idonei.
I Paesi di origine
Il Centro Astalli Catania negli anni ha assistito a diversi flussi migratori. Le Primavere Arabe hanno portato molti cittadini del Maghreb a lasciare il proprio Paese d’origine, ma anche altrettanti abitanti subsahariani che vivevano in quelle zone. In questo momento la maggior parte dei migranti arriva dalla Tunisia, sono persone che scappano da una situazione molto critica da un punto di vista sociale ed economico. Per quanto riguarda le modalità di viaggio, a seconda che si sia fuggiti dai lager libici o che si arrivi dalla Tunisia, le condizioni sono diverse. “Il tratto comune è che si tratta di persone che per mettersi su una nave o su un’imbarcazione di fortuna che non si sa se e quando arriverà in Italia o nel loro Paese di destinazione – conclude – hanno sicuramente dovuto lasciare una situazione di enorme difficoltà”.