Meter, report 2023: pedocriminalità e pedofilia online tra i delitti più efferati

Vatican News

“Occorrono urgenti direttive legislative internazionali e un’azione comune delle forze di polizia per contrastare la pedopornografia online, individuare i colpevoli e le vittime”. È l’appello contenuto nel rapporto annuale dell’associazione sul fenomeno che coinvolge i minori. I dati presentati in conferenza stampa rivelano una realtà più organizzata e che sperimenta sempre nuove modalità. Don Di Noto: non sono solo immagini, ma storie vere di vite innocenti violate

Adriana Masotti – Città del Vaticano

“Pedofilia e pedopornografia: la sfida contro la pedocriminalità non è un gioco” è il titolo del Report 2023 che è stato presentato stamattina, 19 marzo, nella sede dell’associazione Meter a Pachino, in provincia di Siracusa, da don Fortunato Di Noto, presidente di Meter, insieme a Marcello La Bella, primo dirigente della Polizia di Stato e dirigente del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica-Polizia Postale per la Sicilia orientale, dal vescovo di Noto, monsignor Salvatore Rumeo e da Salvo Di Salvo, segretario nazionale UCSI, Unione cattolica stampa italiana. 

Una gamma di delitti efferati a danno di vite innocenti

“Se solo le 142 pagine del Report potessero gridare, farfugliare, piangere, forse capiremmo quante innocenti vite ogni giorno vengono violate nelle forme più abiette che l’uomo possa immaginare”, sostiene nell’introduzione al report don Di Noto spiegando che “la pedofilia on line rappresenta una gamma di delitti tra i più efferati che si inquadrano nell’ambito della criminalità transnazionale. Una vera e propria pedocriminalità strutturata e diffusa”. Il sacerdote sottolinea che il report Meter annuale della sua associazione “rappresenta e analizza non ‘numeri’, ma la quotidiana e costante operatività per contribuire a rompere la rete che incaglia le piccole vittime, spesso senza via di uscita”. Le cifre però servono a capire: quelle in riferimento al 2023 confermano che il fenomeno della pedopornografia online è su scala mondiale e che nessun continente risulta immune. Le normative sulla privacy, nonostante le proposte di legge e le discussioni parlamentari europee, risultano non sufficienti per contrastarla. “Il mondo sommerso degli abusi online è diventato insondabile – si denuncia nel Report -, i colossi del web si appellano alla tutela della privacy dei loro utenti, principio sacrosanto per tutti, ma deplorevole ostacolo alle indagini delle polizie del mondo che si trovano a combattere una lotta impari”. 

Prevenire, informare, reprimere, individuare e accompagnare

Dalla lettura del documento si evince che la pedocriminalità risulta oggi più di ieri strutturata e ben organizzata. Meter ritiene che non sia sufficiente esclusivamente rimuovere i link o bloccare il flusso del materiale pedopornografico, ma che sia urgente  intervenire per l’individuazione dei pedocriminali, non dimenticando l’azione di identificazione delle vittime. Ma non basta: per don Di Noto la società non ha ancora acquisito sufficiente consapevolezza del dramma devastante degli abusi sui minori, occorre dunque portare avanti un’opera di sensibilizzazione su cui Meter è fortemente impegnata. Cinque le direttrici di azione che Meter sollecita da parte delle autorità competenti: prevenzione, informazione, repressione, individuazione e accompagnamento.

La collaborazione tra Meter e Polizia di Stato

Dal 2008 Meter collabora con il C.N.C.P.O. della Polizia di Stato (Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online) a cui segnala contenuti di sfruttamento sessuale a danno di minori online. Attraverso un indirizzo email diretto inoltra una denuncia ben circostanziata alle autorità competenti che possono avviare le indagini del caso. La sinergia con le Polizie ha condotto a 24 operazioni contro il fenomeno della pedofilia. E’ stata sviluppata inoltre una rete di collaborazioni con alcuni amministratori di dominio che intervengono immediatamente rimuovendo il materiale denunciato e fornendo alle Polizie i dati di navigazione utili alle indagini.

Le cifre del contrasto e l’età sempre più bassa delle vittime

Le cifre, dunque, relative al 2023: 1100 i Protocolli inviati alle Polizie; 5745 i link segnalati; 85 i link scoperti nel deep web; oltre 2 milioni 110 mila le foto denunciare e 651.527 i video; 1260 i mega archivi denunciati e 237 le chat e i social. I grafici della geolocalizzazione dei server evidenziano che America (3.849 link) ed Europa (699 link) sono la culla della maggior parte delle aziende che gestiscono i server che permettono il funzionamento di molti siti o piattaforme in cui si divulga materiale pedopornografico. Riguardo all’età delle vittime di abusi, da qualche anno Meter registra il fenomeno dell’infantofilia (fascia 0/2 anni), cioè l’attrazione di adulti per i neonati. “Crudeli aguzzini si accaniscono su bambini piccolissimi. Spesso proprio gli adulti che dovrebbero accudirli diventano i loro abusatori, e frequentemente sono i familiari più prossimi, anche i genitori”. La fascia 8/12 anni con 1.649.946 foto individuate rimane quella più richiesta dai pedopornografi.

Abusi anche mediante l’utilizzo dell’IA

Secondo il report, il 2023 conferma la modalità di scambio evidenziata negli ultimi anni: la condivisione di mega raccolte di file con estensione .RAR per il traffico di bambini violentati. I pedopornografi, rivela Meter, sono già da qualche anno all’opera per la produzione di video e foto di “false rappresentazioni” di abusi sui bambini con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale e il materiale prodotto viene subito messo a disposizione dei pedofili nel deep web e nel dark web. “Siamo certi – afferma l’associazione – , che subire una violenza o un abuso nel mondo virtuale provoca gravi ripercussioni sulla vittima e nella sua vita relazionale e sociale”. Altri dati riguardano gli abusi su minori disabili, gli abusi di adolescenti su loro coetanei, gli abusi di mamme ai danni del loro stesso figlio e ancora violenze su minori con il coinvolgimento di animali.

I rischi rappresentati da social, chat e giochi online

I social e le app di messaggistica, denuncia l’indagine di Meter, stanno diventando autostrade per le reti criminali transnazionali. Nell’anno 2023 Meter ha denunciato 237 chat, profili e gruppi sui social network e sulle app di messaggistica istantanea in cui avveniva lo scambio di materiale pedopornografico. Infine, viene rilevata la pericolosità dei giochi online in quanto “la coesistenza nel gruppo di partecipanti di minori e di adulti espone bambini e adolescenti all’adescamento in rete”.

Casi seguiti dall’associazione Meter

Nel 2023 il Centro Ascolto Meter ha accolto 220 richieste di tutela di minori, tra queste 52 riguardano abusi e 67 rischi online con la necessità di fornire risposte alle famiglie in merito alla gestione delle conseguenze psicologiche, giuridiche e informatiche relative ad un uso scorretto della rete internet da parte di un minore. Un lavoro notevole per l’associazione: nel Report si legge che “per tutelare e proteggere le vittime di abuso occorre ascoltare i loro bisogni e dare spazio ai loro vissuti di sofferenza, un impegno, dunque, che implica competenza e sensibilità, affinché si possa rendere dicibile l’indicibile e porre il minore vittima, che per anni ha vissuto nel segreto e nel silenzio, all’interno di un percorso di sicurezza e di salvezza”.