Alessandra Zaffiro – Messina
Gioia ed entusiasmo questa mattina nella Basilica di Sant’Antonio a Messina dove, nel rispetto delle misure anti-Covid, si è svolta la conferenza stampa di presentazione del programma di iniziative per il centenario della posa della prima Pietra della Basilica, benedetta il 3 aprile 1921. “Quest’anno – ha detto padre Mario Magro, Rettore della Basilica Sant’Antonio di Messina – si celebra il centenario della fondazione della Basilica-Santuario che porta il titolo di Tempio della Rogazione Evangelica del Cuore di Gesù, per rispondere al comando di Gesù di pregare affinché mandi i buoni operai nelle messe. Nonostante la crisi di fede che investe tutte le città e le società civili, il Santuario – continua padre Magro – rappresenta oggi un luogo sacro in cui andare da pellegrini per trovare un momento di sosta, di silenzio, di contemplazione, di riconciliazione, di preghiera nella vita frenetica di tutti i giorni”.
Il centenario della prima pietra della Basilica di Sant’Antonio
La celebrazione in occasione dei 100 anni (3 aprile 1921 – 3 aprile 2021) della posa della prima pietra, per mano di Sant’Annibale Maria di Francia, rappresenta oggi come allora la speranza della rinascita: ieri per il devastante terremoto del 1908, oggi per la gravissima pandemia sanitaria. “Padre Annibale Maria Di Francia – si legge in un comunicato – sognava un tempio maestoso, artistico, dove pregare Dio per le vocazioni e Sant’Antonio da Padova. Nel 1906 lanciò un invito a tutti i devoti affinché concorressero alla sua edificazione con l’obolo. Il terremoto del 1908 non affievolì lo spirito rogazionista di padre Annibale, anzi gli diede più vita fino alla posa della prima pietra, benedetta il 3 aprile 1921. “Il Centenario della fondazione della Basilica di Sant’Antonio a Messina – riporta il comunicato – avviene in un drammatico momento di pandemia mondiale, ma anche oggi lo spirito di Sant’Annibale Maria di Francia e la devozione per Sant’Antonio da Padova rappresentano la speranza: infatti, grazie al vaccino distribuito a livello mondiale, possiamo finalmente debellare il Covid”.
La memoria allarga lo sguardo
“Gli anniversari sono importanti – ha sottolineato Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, collegato in diretta streaming – perché ci permettono di fermarci e riflettere; di annodare passato e futuro. Celebrarli serve a riscoprire e comunicare quel che ci unisce: tra di noi e con chi ci ha preceduto. Serve a tramandare una storia e a leggervi una lezione per l’oggi. Una comunicazione senza memoria – ha aggiunto – diventa alla fine un rumore di sottofondo. Solo la memoria ci consente di allargare lo sguardo, di recuperare la prospettiva, di sottrarci all’oblio che considera ogni avvenimento scollegato dall’altro, e alla fine guarda alla storia come a un accumularsi di fatti senza senso”.
In cerca di una rinascita
Nel corso della conferenza stampa è stato presentato un video promozionale sul centenario a cura di Antonio Ivan Bellantoni. “Il video che abbiamo visto – ha aggiunto il prefetto Ruffini – traccia un parallelo fra oggi e cento anni fa; fra la crisi della pandemia e il terremoto che mise in ginocchio Messina. Ci parla di distruzione e di vita nuova. Allora come oggi cerchiamo una rinascita. Allora come oggi sappiamo che possiamo farcela solo insieme. Guardando avanti e non indietro. Allora come oggi la comunicazione serve a costruire la comunione, ad unire le donne e gli uomini di buona volontà. La Basilica non sarebbe mai stata costruita senza il contributo dei fedeli chiamati a raccolta da sant’Annibale di Francia. Quei fedeli testimoniarono il loro essere una cosa sola. Avevano memoria del passato e nostalgia del futuro”.
Una mostra per ricordare
Nel corso della conferenza stampa, a cui ha preso parte tra gli altri Milena Romeo, curatrice della mostra fotografica “Fate che Messina risorga. 1921-2021. Cento anni del Santuario di Sant’Antonio: un cammino di speranza”, è stato presentato il calendario delle celebrazioni in occasione del Centenario. “La mostra per noi è importante – ha spiegato Milena Romeo – perché vogliamo raccontare questa storia di santità che è anche una storia molto simbolica per la città di Messina, perché la chiesa fu costruita dopo il terremoto, dopo 11 anni era la prima chiesa in muratura del centro città. In questa mostra racconteremo i cento anni dalla posa della prima pietra che fu un evento molto seguito dalla città”.
Le celebrazioni per l’apertura dell’Anno Santo
Giovedì 8 aprile alle ore 18.00 la solenne apertura dei festeggiamenti del centenario del Santuario, con la Messa presieduta da monsignor Cesare Di Pietro, vescovo ausiliare di Messina. Tra gli altri appuntamenti quello di domenica 11 aprile con il pontificiale, presieduto dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e con la lettura della Bolla Pontificia per l’apertura del Giubileo. “Quest’anno – ha detto padre Magro – si celebra anche il 25.mo anniversario del mio sacerdozio, 20 anni dei quali passati qui in Basilica di Sant’Antonio e con i devoti messinesi. Ricordo bene quando ho sentito la chiamata di nostro Signore, da allora il mio spirito di consacrazione è accresciuto ogni giorno di più, pur rimanendo sempre un umile strumento nelle mani di Dio”.