Messa a Verona, il Papa: lo Spirito Santo è il protagonista, dà coraggio e fa l’armonia

Vatican News

La visita di Francesco nella città veneta si chiude con la celebrazione eucaristica nello Stadio Bentegodi, alla presenza di 32 mila fedeli, tra i quali moltissimi ragazzi e giovani. A loro il Pontefice affida una riflessione sullo Spirito Santo alla vigilia della solennità di Pentecoste, invitando a riscoprire e valorizzare l’azione del Paraclito nella vita cristiana. Perché quando non lo si lascia agire, avverte, si dà spazio alle guerre e alle lotte tra fratelli

Nicola Gori – Città del Vaticano

Lo Spirito Santo è il Protagonista, dà il coraggio per vivere cristianamente e fa l’armonia. In un mondo in cui lo Spirito Santo è sconosciuto anche per tante comunità cristiane, Papa Francesco ricorda la sua azione nella vita del cristiano. Ad ascoltarlo 32 mila persone, in maggioranza giovani e adolescenti, che fin dal primo pomeriggio di oggi, sabato 18 maggio, lo hanno atteso sotto il sole nello stadio Bentegodi di Verona. Tra canti, balli e cori, si sono preparati a partecipare alla celebrazione eucaristica della vigilia della solennità di Pentecoste, a conclusione della visita pastorale nella città scaligera.

Omelia interamente a braccio

Nell’omelia, tutta improvvisata a braccio, il Papa ricorda quanto narrato negli Atti degli Apostoli, quando l’apostolo Paolo si reca nella comunità cristiana di Efeso e chiede se hanno ricevuto lo Spirito Santo. La risposta è un’ulteriore domanda: “Cos’è lo Spirito Santo?”. Ignoravano chi fosse, fa notare Francesco. E lo stesso avverrebbe forse in tante comunità cristiane se venisse posta la domanda: “cosa è lo Spirito Santo?”..

Il Pontefice ricorda anche un aneddoto simpatico. In una messa con circa 200 bambini nel giorno di Pentecoste, egli domandò: “Chi è lo Spirito Santo?”. I piccoli volevano rispondere tutti, ma invitato a farlo, uno di loro disse candidamente: “È il paralitico”. Aveva sentito “Paraclito” ma aveva detto “paralitico”.

Il Protagonista della nostra vita

Tornando alla riflessione spirituale, Papa Francesco definisce lo Spirito come il “Protagonista della nostra vita”:

È quello che ci porta avanti, che ci aiuta ad andare avanti, che ci fa sviluppare la vita cristiana. Lo Spirito Santo è dentro di noi. State attenti: tutti abbiamo ricevuto, con il Battesimo, lo Spirito Santo, e anche con la Cresima, di più! Ma io ascolto lo Spirito Santo che è dentro di me? Ascolto lo Spirito che muove il cuore e mi dice: “Questo non farlo, questo sì”? O per me non esiste lo Spirito Santo?

Poi Francesco ricorda che gli apostoli erano riuniti a porte chiuse nel cenacolo perché avevano paura. Ed è in quel momento che lo Spirito Santo con la sua venuta ha cambiato loro il cuore. Così hanno avuto il coraggio di andare a predicare. Infatti, lo Spirito dà il coraggio di vivere la vita cristiana e, in questo modo, cambia l’esistenza.

Per Bergoglio non c’è età per cambiare vita: ogni momento è quello buono, perché lo Spirito può agire anche in un istante. Non serve scoraggiarsi per i propri peccati; importante è ascoltarlo affidarsi a Lui. Da qui, l’invito alla fiducia: “con un solo giorno, lo Spirito ti può cambiare la vita. Ti può cambiare il cuore”. Per questo, Francesco incoraggia i fedeli presenti a ripetere: “lo Spirito ci cambia la vita”.

Cristiani come l’acqua tiepida

Gli apostoli, che erano in preda alla paura, quando hanno ricevuto lo Spirito Santo sono andati avanti con coraggio a predicare il Vangelo. E questa è una “lezione” per tutti: tante volte, ricorda Francesco, ci sono cristiani che sono come l’acqua tiepida, né caldi né freddi, perché gli manca il coraggio. Ma non esistono altre strade per trovare coraggio: solo l’affidamento e la preghiera allo Spirito. Ancora una volta il Papa coinvolge l’assemblea dello stadio facendo ripetere: “Lo Spirito ci dà coraggio”

E poi, una cosa molto bella fece lo Spirito quel giorno della Pentecoste. C’era gente di tutte le nazioni, di tutte le lingue, di tutte le culture, e lo Spirito, con quella gente, edifica la Chiesa. Lo Spirito edifica la Chiesa. Cosa vuol dire? Che fa tutti uguali? No! Tutti differenti, ma con un solo cuore, con l’amore che ci unisce. Lo Spirito è Colui che ci salva dal pericolo di farci tutti uguali.

Siamo tutti redenti, afferma Bergoglio: tutti amati dal Padre, tutti istruiti da Gesù Cristo. E lo Spirito che fa? “C’è una parola – risponde – che spiega bene questo: lo Spirito fa l’armonia. L’armonia della Chiesa. Ognuno differente dall’altro, ma in un clima di armonia. Insieme, lo Spirito ci fa l’armonia”. Lo ripete ancora insieme con i presenti: “Lo Spirito ci fa l’armonia”.

Il miracolo di Pentecoste

Il Papa evidenzia che questo è il miracolo della Pentecoste: “prendere uomini codardi, impauriti e farli coraggiosi; prendere uomini e donne di tutte le culture e farne un’unità di tutti, fare la Chiesa”. È importante comprendere che lo Spirito unisce queste persone senza farle uguali. E così Francesco chiede ai presenti di scandire: “lo Spirito fa l’armonia”.

Del resto, fa presente, tutti hanno bisogno dell’armonia. Da qui l’auspicio che lo Spirito dia armonia alla nostra anima, alle famiglie, alle città, alle società, al mondo del lavoro.

D’altra parte, avverte, il contrario dell’armonia è la guerra, è lottare uno contro l’altro. E quando si fa la guerra e si lotta tra fratelli, non è lo Spirito che agisce. Da ultimo Francesco ricorda che con gli apostoli nel giorno di Pentecoste c’era la Vergine Maria. E rivolge, quindi, un invito a chiedere a lei che “ci dia la grazia di ricevere lo Spirito Santo” e che, come Madre, ci insegni a riceverlo.

Visita alla mamma del vescovo Pompili

La messa al Bentegodi – preceduta da una sosta compiuta dal Pontefice dopo il pranzo alla Casa circondariale di Montorio per una breve visita all’anziana madre del vescovo di Verona, monsignor Domenico Pompili – conclude la visita intensa e partecipata di Papa Bergoglio nella città scaligera. Alle 17.42 l’elicottero si è alzato in volo per fare ritorno a Roma.