Medio Oriente, Shomali: preghiamo perchè la diplomazia favorisca la pace

Vatican News

Nella Giornata di preghiera e digiuno, l’ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme parla dei cristiani rifugiati nella parrocchia di Gaza: hanno riserve di cibo e acqua ma scarseggia il carburante per produrre l’energia elettrica, confidiamo in Dio perché ci sia giustizia

Marie Duhamel e Luca Collodi – Città del Vaticano

L’esercito israeliano si sta preparando per le prossime tappe nella guerra contro Hamas ma i piani potrebbero essere diversi dall’attesa invasione via terra della Striscia. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hecht. “Ci stiamo preparando, ha spiegato stamani in un briefing , ma non abbiamo detto quali piani saranno. Tutti parlano dell’offensiva di terra. Potrebbe essere qualcosa di diverso”. Per il Pam, il Programma alimentare mondiale dell’Onu, nei negozi di Gaza sono rimasti generi alimentari sufficienti solo per altri 4-5 giorni. “Seguiamo ora per ora lo svolgimento degli eventi a Gaza e la vita dei cristiani della parrocchia latina, afferma a Radio Vaticana – Vatican News il vescovo William Shomali, vicario Generale del Patriarcato Latino di Gerusalemme. “Stiamo aiutando la gente tramite agenzie umanitarie e varie realtà cristiane che si trovano sul posto, come Catholic service e la missione pontificia.

La situazione della parrocchia a Gaza

“I parrocchiani di Gaza – racconta il presule – hanno un deposito per il cibo e per l’acqua, manca però il cash per distribuire denaro ai diversi organismi e famiglie. Attualmente nella parrocchia si trovano tra le 400 e le  500 persone e un numero simile è anche nella parrocchia ortodossa. Cristiani si trovano anche nell’ospedale anglicano”. A Gaza ci sono fondazioni cristiane e così possiamo prenderci cura di loro, prosegue monsignor Shomali. “Mangiano insieme in ogni posto, quando portiamo l’acqua è per tutti”, dice, spiegando che non è più molto il carburante e anche l’elettricità necessaria per tirare l’acqua da sotto terra. “Nella parrocchia latina – spiega – abbiamo un pozzo dal quale c’è possibilità di avere l’acqua ma solo quando c’è elettricità”. La preoccupazione è molta. Se “il blocco di Gaza continua – afferma il vicario del Patriarcato – mancheranno le cose necessarie. Finora possiamo trovare ciò che serve pagando però un prezzo alto: una bottiglia d’acqua, che prima costava 2 euro ora costa circa 6 euro: è  troppo per la gente. Per fortuna talvolta compriamo e talvolta riceviamo gratis il necessario come l’acqua e il cibo dalle diverse agenzie ma siamo angosciati per l’avvenire”.

La Giornata di preghiera per la pace

Oggi si celebra la Giornata di preghiera per la pace in tutte le chiese del mondo. “Noi crediamo e abbiamo la sicurezza – afferma monsignor Shomali – che il Signore ci ascolta sempre e che la fede smuove i monti. Chiederemo al Signore di far cessare la guerra e di avere pace e giustizia al posto della violenza e delle rappresaglie. speriamo in un cessate il fuoco e che Gaza abbia la pace”.