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Medio Oriente, possibile attacco preventivo di Israele in Iran

L’esercito israeliano è in stato di massima all’erta. Secondo la Casa Bianca l’attacco è previsto entro un massimo di 48 ore. La diplomazia internazionale cerca di evitare l’escalation. Teheran respinge l’appello alla moderazione degli Stati Arabi. Intanto, dal Libano una pioggia di razzi investe il nord di Israele

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

Israele si sta preparando alla dura risposta militare, promessa dell’Iran e dai suoi alleati, dopo la morte del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran e di Fuad Shukr, braccio destro di Hezbollah a Beirut. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha esortato il G7 a tentare un ultimo atto di diplomatico per evitare l’escalation, ma più fonti ritengono imminente l’offensiva iraniana. Un appello alla moderazione è giunto anche dai Paesi Arabi, ma ogni tentativo di mediazione sembra essere fallito.

Un possibile attacco preventivo di Israele

Israele starebbe prendendo in considerazione l’ipotesi di attaccare preventivamente l’Iran, se dovesse scoprire prove inconfutabili di una rappresaglia imminente. La notizia è stata riportata dai media israeliani, dopo che il premier Benjamin Netanyahu, ha convocato i responsabili della sicurezza per una riunione, ieri sera. Secondo quanto riportato dai media locali, Israele si starebbe preparando su più fronti per rispondere ad un prossimo attaco iraniano, del quale non si conoscono tempi e modi.

L’intervento diplomatico della Giordania

La Giordania ha inviato ieri, domenica 4 agosto, a Teheran, il capo della diplomazia Ayman Safadi, con l’intento di dissuadere la Repubblica Islamica ad aprire un conflitto che coinvolga tutta la regione mediorientale. Tuttavia, l’Iran ha respinto la mediazione. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il governo di Teheran non sarebbe preoccupato di aprire nuovi fronti di guerra. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden parlerà nelle prossime ore con il re di Giordania, Abdullah II, per conoscere l’esito della visita diplomatica.

L’esercito israeliano ha bombardato due scuole domenica 4 agosto, a Gaza City, la più grande città della Striscia. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa palestinese WAFA, nel raid sono morte almeno 30 persone. I portavoce delle forze di difesa Israeliane hanno riferito che  nelle scuole si trovavano uomini di Hamas. A Gaza, dall’inizio della guerra, la maggior parte delle scuole è stata trasformata in rifugi per i civili che hanno perso le loro abitazioni.

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