Medio Oriente, Hamas sui negoziati: ora risposta di Israele

Vatican News

La delegazione di Hamas ha lasciato Il Cairo al termine di una nuova giornata di trattative: ora attende la risposta israeliana, affermano fonti palestinesi. Israele intanto lancia l’allarme ai cittadini per la sicurezza in vista dell’inizio del Ramadan e approva 3.500 nuove unità abitative in Cisgiordania

Roberta Barbi – Città del Vaticano  

Si è conclusa in un nulla di fatto ieri sera, 6 marzo, un’altra giornata di negoziati tra Hamas e Israele a Il Cairo per la fine del conflitto, con la mediazione di Egitto, Qatar e Stati Uniti. Hamas, lasciando la capitale egiziana, ha fatto sapere di attendere ora la risposta israeliana.

L’allerta sicurezza per il Ramadan

Il Consiglio per la Sicurezza nazionale israeliano (Malal), intanto, ha diramato alla popolazione un invito a mantenere uno stato di vigilanza su tutto il territorio nazionale e anche all’estero per il pericolo attentati terroristici in vista dell’inizio del Ramadan, il mese sacro all’Islam. Nella giornata di ieri a Gerusalemme Est, nel sobborgo di Neve’Yaakov un uomo israeliano di 64 anni è stato ferito a coltellate da un quattordicenne palestinese, arrestato poco dopo dalla polizia.

Nuove unità abitative in Cisgiordania

Il Consiglio israeliano per la pianificazione in Giudea e Samaria, invece, ha approvato la costruzione di 3500 nuove unità abitative negli insediamenti di Ma’ale Adumim, Efrat e Kedar, in Cisgiordania. Dure le reazioni dell’Arabia Saudita e dell’Egitto che lancia un appello sulla “necessità di porre fine a queste pratiche che minano gli sforzi volti a una giusta soluzione della questione palestinese e che tentano di compromettere i negoziati sullo status finale”. Critici anche i governi di Germania e Stati Uniti che hanno condannato la decisione. “Gli insediamenti continuano a essere un ostacolo alla pace e incoerenti con il diritto internazionale”, ha fatto sapere il Dipartimento di Stato americano, mentre il Ministero degli esteri tedesco ha chiesto a Israele “di ritirare immediatamente la decisione”.

A Gaza tragedia umanitaria “vergogna per la civiltà”

A Gaza le condizioni della popolazione sono sempre più disastrose, nonostante l’ingresso di ieri di 250 camion di aiuti umanitari attraverso il valico di Rafah e Karem Abu Salem, che però vengono ritenuti insufficienti. Sulla questione è intervenuto a margine di un briefing anche il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, che ha chiesto un “cessate il fuoco immediato” e definito la guerra “una tragedia per l’umanità e una vergogna per la civiltà che oggi, nel XXI secolo, questo disastro umanitario non possa essere fermato. Nessuna ragione giustifica la continuazione del conflitto”. Infine, il Sudafrica è tornato a chiedere alla Corte di giustizia internazionale dell’Aia ulteriori misure provvisorie contro Israele a fronte della situazione “di estrema emergenza” esistente nell’area, soprattutto a causa della diffusa carestia che mette a rischio oltre due milioni e 300mila palestinesi, tra cui un milione di bambini.