Chiesa Cattolica – Italiana

Medio Oriente, dubbi sui negoziati di tregua

Le trattative si sarebbero dovute tenere il prossimo 15 agosto, a Doha o al Cairo. Intanto, Israele ordina una nuova evacuazione di massa a Khan Yunis. Fonti statunitensi informano che l’Iran sarebbe pronto a sferrare l’attacco su Israele entro giovedì, mentre dagli Hezbollah in Libano ancora lanci di razzi

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

È incerto l’esito dei colloqui di pace tra Israele ed Hamas. Le ultime dichiarazioni delle parti in conflitto sembrerebbero contraddire quanto affermato dalla Casa Bianca la scorsa settimana, per la quale era vicino un accordo di tregua. Hamas ha fatto sapere che non siederà al tavolo delle trattative, previsto per giovedì 15 agosto, ma chiede invece l’attuazione del piano in tre fasi presentato dall’amministrazione del presidente Usa, Joe Biden, all’inizio di luglio. Secondo Israele, questo sarebbe un modo per il gruppo palestinese di prendere tempo in attesa dell’annunciato attacco dell’Iran. Il ritiro di Hamas, secondo quanto riferito dalla stessa organizzazione, arriva dopo il bombardamento israeliano alla scuola al-Tabain, a Gaza City, di sabato 10 agosto, dove le autorità palestinesi riferiscono che sono morte almeno circa 100 persone, tra cui diversi bambini. Infine, sui negoziati incombe l’ombra dell’atteso attacco iraniano ad Israele che, secondo fonti statunitesi, potrebbe avvenire prima di giovedì.

La situazione nella Striscia

Intanto un nuovo ordine di evacuazione di massa è stato emesso dall’esercito israeliano per i civili di Khan Younis, il terzo dall’inizio della guerra. La città a sud della Striscia non sarà più ritenuta zona umanitaria. Le forze di difesa israeliane riportano “precise informazioni di intelligence” che indicano che Hamas ha “infrastrutture terroristiche” nell’area, contro le quali “si sta per operare e dunque si invita la popolazione rimasta ad andare via temporaneamente”. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha, invece, riferito di un attacco aereo israeliano su un’abitazione nel campo profughi di Nuseirat, che ha provocato la morte di una donna e il ferimento di diverse altre persone.

Il fronte a nord di Israele

Durante la scorsa notte di lunedì 12 agosto, le sirene hanno suonato nel nord di Israele. La difesa israeliana parla di circa 30 razzi di Hezbollah lanciati dal Libano cadendo in aree aperte. Non si registrano danni o feriti. I media locali affermano che il bombardamento “è stato una risposta agli attacchi ai villaggi del sud”, dove sono morti tre combattenti di Hezbollah ed altri dodici sono stati feriti.

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