Chiesa Cattolica – Italiana

Medio Oriente, attesa per le trattative di una tregua

Sei settimane di cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani: questa la proposta d’intesa tra Israele e Hamas mediata da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, dove è attesa una fazione del gruppo per le trattative. Mentre gli Usa valutano le diverse opzioni in campo per il riconoscimento di uno Stato palestinese dopo il conflitto, a Beirut incontro tra Hamas e Fatah

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Ancora in sospeso la possibilità di una tregua nel conflitto tra Hamas e Israele: secondo le ultime indiscrezioni non confermate, il gruppo, nel contesto di uno scambio tra prigionieri, avrebbe chiesto a Israele la liberazione di tutti i membri della “Nukhbe”, l’unità responsabili degli attacchi del 7 ottobre. Intanto gli Stati Uniti avrebbero sollevato con Israele la questione della creazione di una zona cuscinetto a Gaza: “No” a qualsiasi riduzione del territorio della Striscia, è la posizione di Washington che starebbe valutando anche tutte le opzioni possibili per la creazione di uno Stato palestinese al termine della guerra. E proprio gli Stati Uniti sono tra i mediatori tra le parti in conflitto, assieme a Qatar ed Egitto; al Cairo è attesa una delegazione di Hamas per le trattative, mentre il gruppo incontrerà a Beirut, in Libano, una fazione di Fatah.

Ordigno sospetto rinvenuto a Stoccolma

Intanto ieri pomeriggio, 31 gennaio, nei pressi dell’Ambasciata israeliana a Stoccolma, in Svezia, è stato rinvenuto un pacco sospetto; intervenuti gli artificieri e la polizia che ha confermato essere un ordigno che sarebbe stato fatto brillare. “Il tentato attacco terroristico in Svezia è un ulteriore esempio del fatto che il terrorismo contro gli ebrei rappresenta una minaccia per l’intera società occidentale”, è stato il commento di quanto accaduto affidato ai social da parte del ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz. “Ringraziamo le autorità svedesi per la rapida risposta – gli ha fatto eco l’ambasciatore israeliano in Svezia, Ziv Nevo – non ci faremo intimidire dal terrorismo”.

A Gaza situazione invivibile

Impossibile abitare a Gaza senza gli aiuti: questa, invece, la posizione dell’Onu dopo che 16 Paesi hanno deciso di ritirare i fondi all’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi, accusata di essere totalmente infiltrata da Hamas. Washington, invece, continuerà a sostenere l’Agenzia a patto che ci siano le “giuste condizioni”. “Israele non vuole che l’Unrwa svolga un ruolo a Gaza dopo il conflitto, ma al tempo stesso non sostiene l’immediata cessazione delle sue operazioni perché ciò porterebbe a una crisi umanitaria nella Striscia rendendo impossibile continuare a combattere contro Hamas”, ha riferito un funzionario del governo israeliano alla stampa. L’organizzazione, allo stato attuale, svolge il ruolo principale nell’entrata e nella distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom dove nella giornata di ieri la polizia israeliana ha arrestato decine di persone che manifestavano contro l’ingresso dei camion. Infine, un altro soldato israeliano è morto nei combattimenti nel nord della Striscia: sale così a 224 il bilancio delle vittime tra i militari.   

 

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