Massicci raid israeliani su Rafah. Decine le vittime fra cui anche bambini

Vatican News

Prosegue senza sosta l’offensiva israeliana a sud della Striscia di Gaza in risposta al raid di Hamas del 7 ottobre scorso. La drammatica situazione umanitaria nell’area desta preoccupazione nella comunità internazionale per il destino dei civili in vista dell’attacco di terra già pianificato dal premier israeliano Netanyahu nella città rifugio

Paola Simonetti – Città del Vaticano 

Mentre l’attacco di terra è alle porte, l’esercito israeliano martella Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Almeno 100 le vittime dei raid delle scorse ore, fra cui ci sarebbero anche bambini. Disastrose le conseguenze di una estensione delle operazioni militari nell’area, secondo organizzazioni umanitarie e comunità internazionale.

L’appello Usa a Israele 

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in un colloquio telefonico ha ribadito al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, la necessità di “garantire la sicurezza” della popolazione prima di un’operazione militare e di trovare un margine di accordo per concludere il conflitto. Ma il premier israeliano ha ribadito che il controllo sulla Striscia è necessario “per la sicurezza” e che la distruzione di Hamas e il rilascio degli ostaggi non si escludono a vicenda. Hamas, che ha liberato nella notte due ostaggi, dal canto suo ha fatto sapere che un’offensiva di terra comprometterebbe qualsiasi futuro rilascio.

I colloqui in Qatar 

Nel frattempo, proseguono gli sforzi diplomatici per un cessate il fuoco: il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, è giunto in Qatar, paese chiave nel negoziato tra Israele e Hamas. Abu Mazen incontrerà l’emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, ma non ha chiarito se incontrerà anche i leader di Hamas, che sono stati a lungo in contrasto con il leader dell’Anp e il suo gruppo Fatah in Cisgiordania. In Qatar vivono in esilio due leader di Hamas.