Marocco: morto il bambino caduto in un pozzo

Vatican News

Amedeo Lomonaco _ Città del Vaticano

Non ce l’ha fatta il piccolo Rayan, estratto nella sera del 5 febbraio dal pozzo in cui era caduto nella zona di Tamorot, nella provincia marocchina di Chefchaouen. Nel comunicato ufficiale della Casa Reale del Marocco si rende noto che il bambino è deceduto a causa “delle ferite riportate” durante la caduta. Il re Muhammad VI ha rivolto un messaggio di condoglianze alla famiglia. “Voglio dire alla famiglia del piccolo Rayan e al popolo marocchino che condividiamo il loro dolore”, ha scritto inoltre in un post il presidente francese, Emmanuel Macron.

Una vana corsa contro il tempo

Le operazioni di salvataggio hanno coinvolto forze dell’ordine, la protezione civile, ingegneri e speleologi. Per trarre il bambino in salvo è stato scavato un cratere di 30 metri parallelo al pozzo. Con una telecamera fatta scendere in profondità è stato appurato che il piccolo era ancora in vita. Sabato mattina il padre è riuscito a stabilire un contatto: “Gli ho parlato – ha detto – sentivo che respirava a fatica”. La lunga lotta contro il tempo è terminata ieri sera. Tramite un corridoio orizzontale, i soccorritori hanno poi raggiunto il piccolo Rayan. Ma era ormai troppo tardi.

Un dramma che si ripete

La vicenda di Rayan è stata seguita con angoscia e speranza non solo in Marocco. I media di tutto il mondo hanno raccontato questa drammatica storia, che ricorda tragedie simili, tra cui quella di Vermicino avvenuta in Italia. “É drammatico vedere che la storia si ripete”, ha detto Daniele Biondo, presidente dell’Associazione Alfredino Rampi. È il 10 giugno del 1981: nei pressi di Frascati un bambino precipita in un pozzo artesiano. Le telecamere seguono i disperati tentativi di salvarlo. Sul posto si reca anche l’allora presidente della Repubblica italiana, Sandro Pertini. Ma il piccolo Alfredino Rampi muore in fondo al pozzo. Nel 2019, in Spagna, muore un bambino di due anni, Julen Garcia. Il suo corpo senza vita viene torvato dai soccorritori ad una profondità di circa 70 metri. Ma non c’è nulla da fare come nella vicenda di Rayan in Marocco.