Chiesa Cattolica – Italiana

Maria Voce: costruire relazioni con tutti, ecco il contributo essenziale dei Focolari

Adriana Masotti – Città del Vaticano

E’ in corso da domenica 24 gennaio, l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari, la terza dalla morte, nel 2008, della fondatrice Chiara Lubich. L’Assemblea, che doveva svolgersi a inizio settembre 2020, è stata rinviata a causa della pandemia e si svolge in questi giorni quasi interamente in modalità online con la partecipazione di 362 delegati di tutto il mondo in rappresentanza delle diverse culture, generazioni, vocazioni, appartenenze ecclesiali e fedi religiose presenti nel Movimento dei Focolari, o Opera di Maria. Con un sistema di voto telematico, il 31 gennaio si procederà all’elezione della presidente, mentre il 1° febbraio verrà eletto il copresidente, attualmente è lo spagnolo Jesús Morán, e il 4 febbraio sarà la volta dei consiglieri che coadiuvano la presidente nelle diverse funzioni di governo. Inoltre, durante i lavori, verranno definite le linee d’orientamento e d’azione del Movimento per i prossimi sei anni.

Un patto di ascolto e di accoglienza reciproci

Nei lunghi mesi di preparazione all’Assemblea, fatta di diverse consultazioni a tutti i livelli, ad una prima selezione dei candidati al governo dell’Opera e dei temi da affrontare, centrali sono stati nella vita dei membri del Movimento la preghiera e l’impegno a crescere nell’unità. E anche in Assemblea si è cominciato da lì, da un patto di piena e reciproca disponibilità ad accogliere l’altro, a valorizzarne il pensiero per permettere allo Spirito Santo di farsi strada. E seguita poi una condivisione che dice quanto la spiritualità collettiva di Chiara Lubich possa essere vissuta da tutti e in tutti i contesti: dalle Filippine Vicky e Vic, sposati, raccontano come hanno affrontato e superato il contagio da Covid; Somjit, buddhista tailandese, parla di come cerca di vivere il dono di sé secondo gli insegnamenti di Buddha. Jordi della Spagna, agnostico, descrive il suo impegno nel coordinamento, con la moglie cristiana, di diversi gruppi di dialogo. Infine Rassim, musulmano algerino, afferma che nel Corano ha trovato l’incoraggiamento a sentirsi disponibile ad un amore reciproco senza condizioni.

Maria Voce: presiedere significa servire per primi

Certamente presiedere una realtà così vasta e complessa come quella del Movimento dei Focolari a cui aderiscono nel mondo 2 milioni di persone, in 182 Paesi, non deve essere un’impresa da poco. L’attuale presidente uscente è Maria Voce, nata in provincia di Cosenza, avvocato, con studi di teologia e di diritto canonico. Ai microfoni di Vatican News, racconta qual è stata l’esperienza da lei vissuta per 12 anni alla guida del Movimento:

Ascolta l’intervista integrale a Maria Voce

R. – È stata un’esperienza che direi difficile all’inizio, naturalmente, perché anche sconosciuta e quindi tutta da scoprire, ma un’esperienza che mi ha fatto soprattutto grazia di tanti tanti doni, per cui un’esperienza bellissima e arricchente. Veramente ho potuto conoscere tante realtà che non conoscevo prima, conoscere più profondamente anche la vita del carisma di Chiara nel mondo attraverso i miei viaggi, attraverso i contatti con tanti, conoscere tante cose anche delle culture diverse e delle sfide che la famiglia di Chiara vive nel mondo intero e tutto questo mi ha dato una grande ricchezza, mi ha aperto l’anima sul mondo e quindi mi sento veramente molto più ricca dopo questi anni e molto grata a Dio di questa esperienza, soprattutto più ricca di tanto amore che ho cercato di dare a questa famiglia, ma che senz’altro ho ricevuto abbondantemente da persone prima sconosciute che sono diventate parte di me, veramente miei fratelli e mie sorelle nel mondo intero.

Gioie e dolori, conquiste, forse qualche fallimento, limiti e opportunità: di tutte queste cose, probabilmente è fatta anche la vita del Movimento sempre, ma anche in questi ultimi anni. Se dovesse dire, in estrema sintesi, qual è la sua realtà oggi, che cosa direbbe?

R. – Lo vedrei come un albero, un albero che forse ha un pochettino perso i suoi fiori e le sue foglie, forse è diventato un po’ autunnale come immagine, però un albero che mantiene intatta la sua radice molto forte e questa radice è capace di mantenere in sè la linfa e il calore per nutrire i semi di questo albero stesso che sono ormai sparsi nel mondo intero su tutti i continenti, e quindi ha la possibilità di continuare a nutrirli e a farli germogliare, come in effetti stanno già germogliando in tante parti. In questo momento lo vediamo, magari nell’inverno, nel calore dell’inverno, ma è in inverno che i semi maturano sotto terra per poi fiorire in primavera, e mi sembra che sia un albero che sta preparando la nuova primavera dell’Opera.

Dopo la scomparsa di Chiara Lubich, lei è stata la prima presidente a trovarsi di fronte al compito di guidare il Movimento muovendosi tra fedeltà alle origini e ascolto dello Spirito Santo che, insieme ai segni dei tempi, indica il percorso da fare. Giorni fa si è concluso l’anno che ha celebrato il centenario della nascita di Chiara e nessuno poteva prevedere che proprio in questo periodo il mondo sarebbe stato travolto dalla pandemia, ma come è stato vissuto? 

R. – Anche noi siamo stati sorpresi da questa pandemia che ha travolto il mondo, e che veramente ci ha obbligati a rinunciare a tante cose. Devo dire però che l’inizio è stato bellissimo perché l’anno ha potuto cominciare con le celebrazioni previste a Trento, con l’apertura della  mostra, con la visita del presidente della Repubblica italiana Mattarella che ha avuto parole di grande comprensione per il carisma di Chiara e per Movimento dei Focolari, con la celebrazione fatta da un centinaio di vescovi che hanno manifestato tutta la loro considerazione per la personalità di Chiara ecc… Quindi c’è stato questo inizio molto forte, poi ci siamo fermati, però ci siamo resi conto che non ci siamo fermati, ma che abbiamo scoperto le tante possibilità che i mezzi moderni offrivano per continuare a far conoscere Chiara durante l’anno. E non solo, l’anno si è concluso con la fiction su Chiara, sugli inizi del Movimento a Trento che è stata trasmessa da Raiuno recentemente e che ha avuto un ascolto di oltre 5 milioni di spettatori solo in Italia, senza contare quelli delle altre nazioni che potevano seguire l’italiano. Quindi c’è stata questa diffusione. Per cui mi sembra che, come lei ha detto, si è concluso quest’anno – il 22 gennaio infatti abbiamo celebrato i 101 anni dalla nascita di Chiara, quindi l’anno si è concluso – , però non si è chiusa la possibilità di incontrare Chiara e il suo carisma e lasciarsi nutrire e alimentare dal messaggio di Chiara che porta tutti a vivere per la fraternità, e questo lo vediamo come una grande opportunità che è stata manovrata da una “regia” che non era la nostra, ma è stata molto più potente della nostra.

Udienza di Papa Francesco a Maria Voce

Papa Francesco e il Movimento dei Focolari: è evidente una grande sintonia nell’ottica dell’accoglienza del dialogo, della necessità di costruire un mondo diverso. In particolare proprio l’appello del Papa alla fraternità della famiglia umana trova il Movimento in prima linea con i dialoghi con gli appartenenti alle altre religioni, anche con i non credenti. Lei come vede il contributo del Movimento in questo senso?

R. – Lo vedo essenziale, perchè è stato sempre essenziale in Chiara fin dagli inizi: certamente per la grazia del carisma dell’unità ricevuto dallo Spirito Santo, lei dall’inizio sentiva veramente di accostare ogni persona con spirito di fraternità e così ha fatto sempre quando ha incontrato chiunque, i cattolici prima di tutto – dai monsignori che la interrogavano, come abbiamo visto nel film, ai poveri di Trento – , come ha fatto quando ha incontrato persone di altre Chiese, di altre religioni o persone senza nessuna religione. In tutti Chiara ha incontrato dei fratelli e delle sorelle e li ha trattati da fratelli e sorelle: questo Chiara ci ha insegnato e questo rimane nel Movimento, e questo noi vediamo che è una forza straordinaria. Noi l’abbiamo visto anche in questi giorni in preparazione dell’assemblea, durante la quale abbiamo visto in prima linea le persone che appartengono al Movimento, di Chiese e religioni diverse, senza un credo religioso esplicito ma di buona volontà, che si sono messi innanzitutto a testimoniare questa potenza dell’amore che è capace di creare relazioni a tutti i livelli, che è capace di superare i conflitti, che è capace di farti trovare insieme fra persone di un’altra religione, fino a ieri magari nemiche l’una dell’altra, e che come persone si ritrovano a parlare insieme, a pregare insieme, a cercare insieme il senso della vita, il senso della pandemia, il senso del vivere per gli altri, del compiere azioni solidali per gli altri. L’abbiamo visto nelle loro parole di sapienza, nella loro attenzione a quello che il Movimento sta preparando, nel loro partecipare attivamente alla preparazione dell’assemblea con i loro suggerimenti, con la loro vita, perché evidentemente ispirate dallo stesso Spirito Santo che agisce al di là dei confini, al di là di tutte le barriere. Quindi ho l’impressione che sia questo il contributo che il Papa sente e su cui può contare, ma non solo il Papa, tutta la Chiesa e tutta l’umanità, perché si sente che c’è un bisogno estremo di questa fraternità e che il Movimento ha una grazia speciale per costruirla proprio per il carisma di unità che viene da Chiara.

“Viviamo in un mondo che davvero è diventato un villaggio: complesso e nuovo, ma un villaggio. L’umanità vive oggi come fosse un piccolo gruppo. (…) La fraternità, dunque, è l’ideale di oggi. (Chiara Lubich)”

A proposito di relazioni, lei ha detto recentemente una cosa molto forte, di aver capito cioè che per il Movimento è necessaria una svolta quella di comprendere che Dio non è soltanto Amore, ma anche Trinità…

R. – Certamente Dio è Trinità, ciò vuol dire che Dio in se stesso è relazione. Quindi vuol dire che tutti quelli che cercano Dio, per trovarlo devono costruire relazioni e io non credo che ci sia nessuno che non cerchi Dio: cercherà la verità, Dio è anche la verità, cercherà la bellezza, ma Dio è anche bellezza, cercherà la bontà nel mondo, ma Dio è anche la bontà, Dio è tutto quello che qualsiasi essere umano può cercare e può trovare se costruisce relazioni, e di questo io credo che tutti sono capaci, perché tutti sono creati a immagine di Dio e quindi a immagine di Dio Trinità.

Tornando a Papa Francesco, lei l’ha incontrato in diverse occasioni. Ma c’è stato un incontro, una parola che il Papa le ha rivolto che ricorda in modo particolare?

R. – Io ho sempre trovato nel Papa un’accoglienza straordinaria, devo dire la verità che ogni volta che ho avuto l’occasione di essergli vicino ho sentito da parte sua verso di me un’attenzione speciale, penso che ognuno possa dire la stessa cosa, ma io lo posso dire per me perché l’ho sentita. L’ho sentita, ad esempio, quando mi ha voluta vicino a sé nell’incontro con i carismatici di varie Chiese, quando ci siamo visti nell’Aula Paolo VI all’udienza con i rappresentanti di Economia di Comunione e in altri momenti e ho sempre sentito da parte sua l’attenzione alla mia persona, nel venirmi incontro, nel salutarmi in modo speciale, e quindi l’ho sentito sì padre, ma ancora di più fratello, ho sentito veramente questa vicinanza con lui di famiglia, una familiarità straordinaria che mi ha sempre colpito fortemente e mi lascia un’impronta che non potrò mai cancellare dalla mia vita. Fino all’ultima volta, se posso dirlo, quando mandandomi gli auguri per le feste di Natale, oltre alla benedizione a tutto il Movimento, oltre a raccomandare di continuare a pregare per lui – e questo continuare mi è suonato come una grande fiducia da parte sua che il Movimento lo sta facendo e continua a farlo perché lui lo sa che noi preghiamo ogni giorno per lui – , mi è sembrato particolarmente significativo l’inizio della letterina perché lui ha cominciato con le parole “Cara sorella” e questo mi è sembrato un tocco d’amore straordinario suo e di Dio per me e di cui sono molto grata.

Per Statuto l’Opera di Maria avrà sempre come presidente una donna. Credo che il Movimento sia una delle poche realtà in cui essere donne è un vantaggio, si potrebbe dire. Però è anche un bel segnale per la società civile e anche per la Chiesa…

R . – Devo dire che resto perplessa di fronte a questa parola “vantaggio”, perché a dire la verità essere alla testa di un Movimento come il nostro, significa veramente essere la prima a servire, la prima a moltiplicare gli atti d’amore, la prima ad accettare qualsiasi sfida, qualsiasi cosa e a superarla con l’aiuto di Dio e con l’aiuto dei fratelli. Quindi, in un certo senso, può essere un vantaggio essere ritenuti capaci di essere eletti, però non mi sembra che noi lo viviamo in questo spirito, e non mi sembra che le focolarine che sono le uniche che possono aspirare, se vogliamo dire così a questo, lo vivano così, ma piuttosto con uno spirito di amore e di servizio all’Opera di Chiara che tutti sentono di continuare a servire con l’amore con cui Chiara l’ha amata e guidata e servita. Poi certamente, però, io penso che sia anche una testimonianza di quella uguaglianza, di quella fraternità profonda, di quella pari dignità, che va al di là delle differenze sessuali, che Dio ha portato nel mondo quando ha creato l’uomo a sua immagine e l’ha creato maschio e femmina. Quindi uniti in questa complementarietà che deve rispettare la diversità e che quindi deve far emergere l’uno e l’altro nella propria capacità di donare, che sarà sicuramente diversa perché Dio ha fatto due esseri diversi, ma fatti per stare insieme e per costituire insieme l’umanità a sua immagine e somiglianza. In questo senso, penso che sia un segno di progresso ed è qualcosa che sta emergendo sempre di più sia nella Chiesa, sia nella società, ma penso che non è altro che il manifestarsi sempre più chiaro di quello che è il profilo mariano della Chiesa, quel profilo che dice di Maria che è donna, madre, ma anche regina, anche fondatrice insieme al Figlio della Chiesa sul calvario, corredentrice dell’umanità, principio di unità per tutti. In questo senso, allora, penso di sì che è un privilegio che il Movimento può vantare e che può offrire alla Chiesa e al mondo come esempio e come apripista, in un certo modo.

Maria Voce che cosa augura oggi all’Opera di Maria per il futuro?

R. – All’Opera io auguro come Chiara, la fedeltà massima al Vangelo, cioè una fedeltà che può giungere fino all’eroismo, perché è una fedeltà a vivere il Vangelo concretamente. E direi per quest’Opera che continua il suo cammino, fedeltà a quella parola del Vangelo che Dio ha voluto pronunciare mandando questo carisma cioè la parola “unità”, quindi fedeltà a quell’unità che deve essere totale, che deve essere capace di vivere relazioni come si vivono nella Trinità, per testimoniare al mondo che Dio c’è, che attraverso l’Opera può ancora portare la fraternità più al largo nella Chiesa e nel mondo per contribuire a compiere quella preghiera di Gesù: “Padre, che tutti siano una cosa sola”.

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