Anna Poce – Città del Vaticano
La Chiesa di Mar del Plata, guidata da monsignor Gabriel Antonio Mestre, ha diffuso un comunicato dal titolo “Responsabili della cura della nostra casa comune”, in cui esprime la sua “preoccupazione per l’esplorazione e lo sfruttamento degli idrocarburi” al largo della costa della località balneare di Buenos Aires, in seguito alla recente decisione dell’Esecutivo, con il decreto 900/2021, di autorizzare l’esplorazione offshore della società Equinor in collaborazione con YPF e Shell nella Cuenca Argentina Norte, in due aree situate tra 300 e 450 chilometri dalla costa della città di Mar del Plata. Immediate le proteste di gruppi ambientalisti e politici, cui si è aggiunta la voce della Chiesa, che ha chiesto “il consenso tra i diversi settori sociali” prima di portare avanti l’iniziativa.
Valutazione dell’impatto ambientale
“Comprendiamo la necessità imperativa di sfruttare le risorse naturali, in un settore così importante come l’energia, e la necessità di attrarre investimenti che favoriscano lo sviluppo economico del Paese” afferma il vescovado. “Tuttavia – continua -, non possiamo non esprimere la nostra preoccupazione per una questione così delicata in termini di impatto sull’ambiente e sullo sviluppo integrale”.
La Chiesa si chiede se “l’impatto ambientale in questione sia stato sufficientemente valutato”, elencando tutta una serie di rischi cui si potrebbe andare incontro: alle fuoriuscite di petrolio, alle conseguenze negative del fracking – tecnologia estrattiva, nota anche come fratturazione idraulica, molto discussa in tutto il mondo -; al pericolo per la sopravvivenza di specie come la balena franca australe e il pinguino di Magellano, e per la riproduzione di acciughe, naselli e calamari tra gli altri, nonchè a conseguenze sull’industria della pesca e del turismo.
Un dibattito onesto e trasparente
Il Vescovado di Mar del Plata ricorda quanto sottolineato da Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, ossia che “la tecnologia basata su combustibili fossili altamente inquinanti – soprattutto carbone, ma anche petrolio e, in misura minore, gas – deve essere sostituita progressivamente e senza indugio”, e ribadisce che la Chiesa, senza volersi sostituire alla politica, “invita a un dibattito onesto e trasparente affinché le esigenze o ideologie particolari non influiscano sul bene comune”.
Raggiungere il consenso tra i diversi settori sociali
Per la Chiesa cattolica di Mar del Plata “la responsabilità della cura della Casa comune sollecita l’attuazione di politiche pubbliche in materia energetica, sia nella fase di esplorazione che di sfruttamento, che tengano conto di un autentico sviluppo integrale”. Prendendo in considerazione l’impatto ambientale, un progetto di questo tipo – spiega – “deve essere “sviluppato in modo interdisciplinare trasparente, indipendente da qualsiasi pressione economica o politica”. Per questo motivo – afferma – “è della massima importanza raggiungere un consenso tra i diversi settori sociali, dando un posto privilegiato agli abitanti locali che saranno i diretti beneficiari o le vittime”.
Essendo il nostro tempo caratterizzato da una maggiore sensibilità ecologica, specialmente tra i giovani, ciò deve spingerci – conclude il Vescovado – ad “assumere responsabilmente criteri e azioni che garantiscano il benessere integrale delle generazioni future”.