Padre Hans Joachim Lohre, padre bianco (Missionario d’Africa) di nazionalità tedesca, era stato sequestrato il 20 novembre 2022. Ancora poco chiare le circostanze della liberazione, avvenuta ieri, che sarebbe stata negoziata direttamente dal governo tedesco. Il missionario preso in custodia da rappresentanti delle autorità di Berlino e trasferito nella notte in Germania
Vatican News
Dopo un anno quasi esatto dal suo sequestro, è libero padre Hans Joachim Lohre, il padre bianco (Missionario d’Africa) di nazionalità tedesca, rapito in Mali domenica 20 novembre 2022. La liberazione è avvenuta ieri, domenica 26 novembre, informa l’Agenzia Fides spiegando che le circostanze non sono chiare. Il rilascio di padre Lohre è stato annunciato domenica da un rappresentante del governo del Mali e da due rappresentanti dell’arcidiocesi di Bamako che hanno voluto mantenere l’anonimato. Sarebbe stato direttamente dal governo tedesco a negoziare, e il missionario una volta rilasciato dai suoi rapitori e consegnato alle autorità maliane, è stato subito preso in custodia da rappresentanti delle autorità di Berlino e trasferito nella notte in Germania con un volo apposito. La Germania ha ancora in Mali un proprio contingente di soldati che fanno parte della Missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite Minusma, che dovrebbe cessare le attività entro la fine dell’anno, come chiesto dalle autorità militari golpiste che hanno preso il potere con un colpo di stato nel 2020.
Il rapimento un anno fa
Conosciuto localmente con il soprannome di “Ha-Jo”, padre Hans-Joachim Lohre, 66 anni, viveva da più di 30 anni in Mali dove tra l’altro insegnava presso l’Istituto islamo-cristiano di formazione (Ific) ed era responsabile del Centro Fede e Incontro di Hamdallaye. Il giorno del rapimento il missionario era atteso per celebrare la Messa nella comunità di Kalaban Coura. La sua automobile era parcheggiata davanti a casa e il gli investigatori hanno successivamente trovato la collanina con la croce mozzata del sacerdote accanto al suo veicolo.
Ancora ostaggi nel Sahel
Il rapimento non è stato rivendicato ma è stato comunque attribuito, da fonti diplomatiche e della sicurezza, al Jnim, il Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani, legato ad al-Qaeda, spiega ancora Fides. E ricorda che Lohre è il secondo tedesco a essere liberato nel Sahel in meno di un anno, dopo il rilascio dell’operatore umanitario Jörg Lange nel dicembre 2022 che era stato rapito l’11 aprile 2018 nel Niger occidentale, al confine con il Mali. Un certo numero di ostaggi stranieri, tra cui un sudafricano e una coppia italiana con il figlio, sono tuttora detenuti nel Sahel.