È di 49 civili e 15 soldati il bilancio delle persone uccise ieri in un duplice attacco che ha preso di mira una nave passeggeri e una base militare nel nord del Paese. Da fine agosto Timbuktu è assediata da gruppi armati che impediscono il rifornimento in città di beni di prima necessità. Entro fine anno è previsto il completo ritiro della missione di pace Onu
Vatican News
Sessantaquattro persone, tra cui 49 civili e 15 soldati, sono state uccise ieri, 7 settembre, in due attacchi terroristici rivendicati da Al Qaeda e che hanno preso di mira una nave passeggeri e una base militare nel nord del Mali. Il governo, a maggioranza militare, ha dichiarato il lutto nazionale per tre giorni.
Tre razzi hanno immobilizzato la nave
I due attacchi separati hanno preso di mira la barca di Timbuktu sul fiume Niger e la postazione dell’esercito a Bamba, nella regione di Gao (nord), con un bilancio provvisorio di 49 civili e 15 soldati uccisi, secondo la stampa governativa. Non è stato specificato quante persone siano morte sulla nave e nel campo: gli attentati sono stati rivendicati da un gruppo affiliato ad Al-Qaeda. La nave, che percorreva una rotta stabilita tra le città lungo il fiume, è stata presa di mira da almeno tre razzi puntati contro i motori. L’imbarcazione, che assicura un importante collegamento regolare tra le principali città sul fiume, tra cui Timbuktu e Gao, è stata presa di mira da almeno tre razzi lanciati contro il motore, ha detto l’operatore, la Compagnie malese di navigazione (Comanav) alla Afp, ed è stata immobilizzata sul fiume. Il fiume Niger è un collegamento di trasporto vitale in una regione in cui le infrastrutture stradali sono carenti e le ferrovie assenti.
Forte pressione di gruppi armati sullo Stato centrale
L’attacco arriva dopo che un’alleanza legata ad Al Qaeda – il Gruppo di sostegno per l’Islam e i musulmani (GSIM) – ha annunciato il mese scorso il blocco di Timbuktu, la storica città crocevia del nord del Paese. La nazione, impoverita, è alle prese con l’insicurezza dal 2012, quando è scoppiata una rivolta guidata dall’etnia Tuareg nel tormentato nord. L’insurrezione è stata alimentata dagli jihadisti. L’area è sottoposta da diverse settimane a forte pressione da parte di gruppi armati che combattono lo Stato centrale, ha annunciato l’esercito maliano.
Entro fine anno il ritiro della missione di pace Onu
Dalla fine di agosto, l’esercito statale ha schierato rinforzi nella regione. Gli insorti impediscono che la città venga rifornita di beni di prima necessità. Secondo un rapporto Onu che si riferisce al mese di agosto, oltre 30.000 sono i residenti sono fuggiti da qui e da una zona vicina. Gli attacchi mortali si sono verificati peraltro mentre le Nazioni Unite si preparano a ritirare dal Mali, su richiesta del governo, la propria missione di mantenimento di pace Minusma, composta da 17.000 uomini. Il ritiro dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno.