Chiesa Cattolica – Italiana

Macron e Putin: sì ad un cessate il fuoco in Ucraina orientale. Ieri scontri e vittime

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Il lungo colloquio, durato quasi due ore, di questa domenica tra Emmanuel Macron e Vladimir Putin, secondo l’Eliseo , ha trovato i due leader d’accordo sulla necessità “di lavorare ad un cessate il fuoco nell’Ucraina Orientale”. Ma stando a quanto riferisce il Cremlino, il presidente russo è anche convinto che le “provocazioni” ucraine sono all’origine dell’escalation nel Donbass. Putin avrebbe lamentato che i Paesi Nato si stanno sforzando “per riempire l’Ucraina di armi e munizioni moderne”, il che sta spingendo Kiev “verso una soluzione militare al cosiddetto problema del Donbass”. Di conseguenza, si legge ancora nella nota del Cremlino, “i civili delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk (le autoproclamate repubbliche filorusse dell’Ucraina orientale, n.d.r.) soffrono e sono stati costretti all’evacuazione in Russia per sfuggire ai cannoneggiamenti sempre più intensi”.

La telefonata tra Macron e l’ucraino Zelensky

Dopo il colloquio con Putin, Macron ha parlato per mezz’ora al telefono col presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che in un tweet successivo ha sottolineato il suo sostegno per “un introduzione immediata di un cessate il fuoco” in Donbass. “Ho informato Emmanuel Macron sulla situazione attuale e sui nuovi provocatori bombardamenti – ha twittato Zelensky – Noi siamo a favore di un’intensificazione del processo di pace, sosteniamo l’immediata convocazione del Gruppo di contatto trilaterale (Ucraina, Russia e Osce, ndr) e l’immediata introduzione di un cessate il fuoco” nell’est.

Gli scontri nel Donbass tra Kiev e i separatisti filorussi

Quella tra sabato e domenica è stata ancora una notte complicata lungo la cosiddetta linea di contatto nel Donbass, la regione separatista dell’Ucraina dove le parti continuano ad accusarsi reciprocamente di violenze. Nel territorio dove dal 6 aprile 2014 due città filorusse si sono proclamate indipendenti, creando la Repubblica Popolare di Donetsk e quella di Lugansk, la situazione sta degenerando: secondo l’agenzia russa Tass, le forze armate ucraine hanno tentato di attaccare le posizioni della Repubblica di Lugansk e hanno distrutto cinque edifici residenziali, mentre a Donetsk sono stati bombardati tre insediamenti. Secondo Kiev, due soldati ucraini sono stati uccisi, quattro sono rimasti feriti e un altro ha riportato ferite da combattimento.

Accuse reciproche di violazioni continue del cessate il fuoco

E mentre i civili vengono fatti evacuare, tanto i ribelli filorussi quanto le forze ucraine schierate sul posto segnalano violazioni continue del cessate il fuoco. Il quartier generale dell’esercito ucraino sostiene che “il nemico ha usato armi proibite dagli accordi di Minsk (che nel settembre 2014 hanno fermato il conflitto in Ucraina orientale, n.d.r.) per 116 volte e che, in 24 ore, le forze separatiste hanno violato il cessate il fuoco 136 volte in 24 ore”. 

Mosca: 40 mila profughi dal Donbass già in territorio russo

Secondo le agenzie di stampa russe, più di 40 mila cittadini ucraini residenti nelle due repubbliche separatiste del Donbass sono arrivati nella regione di Rostov, in territorio russo. I rifugiati sono stati “accolti in alloggi temporanei”. Sono 950 mila i residenti del Donbass che hanno richiesto la cittadinanza russa, mentre oltre 770mila l’hanno già ottenuta, come riferisce il deputato della Duma di Stato della regione di Rostov, Viktor Vodolatsky.

Persone in fuga dalla repubblica separatista di Donetsk, in Ucraina orientale, verso la Russia

Putin guarda con Lukashenko le esercitazioni missilistiche

E ieri, mentre in Ucraina la tensione saliva alle stelle, Mosca ha portato a termine una serie di esercitazioni missilistiche: uno sfoggio di potenza che sembra legato alla strategia negoziale del presidente russo Putin, che ha osservato in diretta lo spiegamento delle forze militari insieme al collega bielorusso Lukashenko.

A Monaco la richiesta d’aiuto di Zelensky ai “Paesi occidentali”

In serata, nel corso della Conferenza per la sicurezza a Monaco di Baviera, disertata dalla Russia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello ai “Paesi occidentali” : “Siamo lo scudo d’Europa per fermare l’esercito russo, aiutateci”. Li aveva appena ringraziati ma ha aggiunto: “Dovete fare di più: dovete applicare adesso le sanzioni contro Mosca, non aspettare che Vladimir Putin invada l’Ucraina, distruggendone l’economia”. Ed ha concluso, senza giri di parole diplomatici, da ex attore che è passato alla politica, con un invito al presidente russo: “Non so che cosa voglia. E allora gli chiedo: vediamoci e risolviamo questa crisi”.

Francia e Germania: un lungo stop all’Ucraina nella Nato

In incontri a porte chiuse, Zelensky ha incontrato la vice presidente americana Kamala Harris, un gruppo di parlamentari americani e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Sono state toccate le tre questioni al centro del confronto riservato tra gli alleati. La prima: il presidente francese Emmanuel Macron, che oggi ha telefonato a Putin, e Scholz pensano a uno schema d’accordo che escluda l’adesione dell’Ucraina alla Nato per un lungo periodo. Una prospettiva che non entusiasma gli americani, ma che potrebbero digerire, a patto che Zelensky sia d’accordo. Il leader ucraino, però, almeno per ora, lo esclude. Secondo tema: le sanzioni. L’idea di misure preventive è condivisa da alcuni consiglieri della Casa Bianca e da una larga fascia del Congresso. Ma è stata respinta nettamente da Francia, Germania e Italia.

La Cina: Ucraina da difendere, ma ascoltare richieste russe

Alla conferenza di Monaco è risuonato anche il monito della Cina alla Russia: “Garantire la sovranità dell’Ucraina“ e “Nessuno è al di sopra del diritto internazionale”. Ma per Pechino, che ha parlato attraverso il ministro degli Esteri Wang, vanno ascoltate anche le preoccupazioni di Mosca. E infine mentre i ministri degli Esteri del G7 hanno invitato la Russia di Putin a “ritirare le truppe”, gli Stati Uniti hanno ribadito che “Mosca può lanciare un attacco contro l’Ucraina in qualunque momento”. Informazione confermata anche dai servizi segreti britannici, secondo i quali, riferisce il Sunday Times, “il piano del presidente russo per prendere il controllo dell’Ucraina è già stato avviato”.

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