Lutto nazionale in Russia, il Paese piange le sue vittime e bombarda l’Ucraina

Vatican News

Oltre 130 i morti e 150 i feriti è il bilancio provvisorio di quello che è l’attentato più sanguinoso degli ultimi anni nel Paese. I soccorritori scavano tra le macerie alla ricerca dei dispersi. Putin ordina un massiccio attacco missilistico contro Kyiv e Leopoli

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Un intero Paese in lutto, per le vittime e per i loro familiari. La Russia si è svegliata, a meno di 48 ore dall’attentato, ancora sotto shock per l’attacco alla sala concerti Crocus City Hall, alla periferia nord ovest della capitale, il più sanguinoso avvenuto nel Paese negli ultimi venti anni, con 133 morti, tra loro tre bambini, e 152 feriti, a firma del sedicente Stato islamico. Un attentato “sanguinoso e barbaro” secondo il presidente Vladimir Putin che si è rivolto ai cittadini in un discorso televisivo a poche ore dal massacro indicendo per oggi, domenica, una giornata di lutto nazionale, e annunciando misure anti-terrorismo e anti-sabotaggio aggiuntive a Mosca.

Il lutto in Russia

Nelle ultime ore si sono susseguiti eventi commemorativi in diverse città russe, davanti alla sala concerto il pellegrinaggio è ininterrotto, mentre c’è ancora chi disperatamente cerca notizie dei propri cari che risultano dispersi e che vengono incessantemente cercati tra le macerie dai soccorritori. Fiori e piccoli peluche vengono deposti davanti alla sala da concerto bruciata. L’agenzia di stampa statale Novosti informa che tutti gli eventi culturali sono stati cancellati, che sono state abbassate le bandiere e che sono state sospese trasmissioni e pubblicità televisive.

Gli Usa: Is unico responsabile

E continuano le reazioni internazionali. Gli Stati Uniti, nel condannare fermamente l’attacco, ribadiscono – così come fatto anche da altri Paesi – che l’Is resta l’unico responsabile della strage, escludendo qualunque coinvolgimento dell’Ucraina. Washington, all’inizio di marzo, aveva condiviso con la Russia alcune informazioni sul rischio attacchi a Mosca, chiedendo anche cautela nei movimenti ai connazionali presenti nella capitale russa.

LPutin accusa l’Ucraina

Le autorità russe hanno arrestato sabato quattro dei presunti attentatori, 11 in totale i fermi di chi si ritiene essere stato coinvolto, tutti stranieri. Secondo Putin i responsabili erano in procinto di fuggire in Ucraina, attraverso una “finestra” preparata per loro sul lato ucraino del confine. Kyiv nega fermamente di essere all’origine dell’attacco che è stato rivendicato da un affiliato del gruppo islamico in Afghanistan, che ha anche pubblicato le foto dei quattro presunti attentatori, definendo l’attacco parte della “guerra furiosa” contro i nemici dell’Islam.

L’attacco contro Kyiv e Leopoli

Putin ha però lanciato nella notte un massiccio attacco missilistico, contro l’Ucraina con 14 bombardieri strategici Tu-95MS, con Varsavia che denuncia la violazione del suo spazio aereo e chiede spiegazioni a Mosca. L’allerta aerea è durata più di due ore e diversi gruppi di missili sono stati lanciati in direzione di Kyiv e della regione di Leopoli, nell’Ucraina occidentale. Ieri sera, era stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a dichiarare che Putin starebbe cercando di far ricadere la colpa su Kyiv. “”Putin, invece di parlare con i suoi cittadini russi, rivolgendosi a loro – aveva scritto Zelensky su Telegram- è rimasto in silenzio per un giorno, pensando a come collegare tutto questo all’Ucraina. Tutto è completamente prevedibile”. I timori sono, anche a livello internazionale, che Mosca dia il via ad una rappresaglia russa, e che quanto accaduto possa diventare pretesto per una escalation di violenza.