“L’uomo nel cambiamento”, a Trani il XVII Simposio intercristiano

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Teologi e studiosi cattolici e ortodossi riuniti nell’incontro promosso dall’ateneo pontificio “Antonianum” di Roma e dal dipartimento teologico dell’università ortodossa “Aristoteles” di Salonicco per riflettere sulla tematica attuale del cambiamento antropologico

di Roberto Cetera

Con la lettura del messaggio inviato da Papa Francesco si sono aperti i lavori del XVII Simposio intercristiano che vede riuniti fino a oggi, 30 agosto, a Trani teologi e studiosi cattolici e ortodossi. Promosso dall’ateneo pontificio “Antonianum” di Roma e dal dipartimento teologico dell’università ortodossa “Aristoteles” di Salonicco, il simposio, che si riunisce ogni due anni, è chiamato a dibattere un tema di stringente attualità, quello del cambiamento antropologico. Un mutamento che, con molteplici cause originarie, presenta due segni importanti che ne sollecitano lo studio: la rapidità di svolgimento e un’acclarata irreversibilità.

Riguardando fondamenti essenziali dell’umano non può non sollecitare in primis il pensiero cristiano che si specifica tra le religioni come il credo del Dio-uomo, ma interpella necessariamente anche l’umanesimo non religioso che è spesso rimasto sorpreso, se non inerte, di fronte alla velocità con cui il cambiamento è sopravvenuto. Dice il professor Nikos Maghioros, presiden della Facoltà di teologia di Salonicco: «Il cambiamento c’è ed è radicale ma lo viviamo il più delle volte senza consapevolizzarlo. Afferisce soprattutto a due aspetti: quello delle relazioni umane e quello del libero arbitrio. La modalità relazionale introdotta dalle nuove tecnologie sovverte un sistema valoriale. Si pensi per esempio al valore che attribuiamo oggi al termine “amico” alla luce di come lo hanno modificato i social, ai like che hanno sostituito la più autentica partecipazione amicale alla vita altrui. E poi il grande tema del libero arbitrio che risulta sempre più sminuito dalle tecniche raffinate di persuasione, più o meno occulta, sempre e solo orientate alla suscitazione del consumo».

Padre Luca Bianchi, preside dell’Istituto francescano di spiritualità dell’Antonianum, aggiunge: «Che la virtualità rischi di dominare sulla realtà è questione che venne già ipotizzata sessant’anni fa da Paolo VI e poi ribadita con parole importanti da Benedetto XVI. Oggi l’accelerazione di vari processi antropologici di cambiamento hanno indotto Papa Francesco a parlare di una vera rivoluzione epocale, dinanzi alla quale occorre però il coraggio di uno sforzo creativo perché a poco serve limitarsi alla negazione o alla critica. Osserva il Pontefice: “Stanno mutando strutturalmente le modalità di intendere il generare, il nascere e il morire. È messa in discussione la specificità dell’essere umano nell’insieme del creato. Stanno mutando strutturalmente le modalità di intendere il generare, il nascere e il morire. È messa in discussione la specificità dell’essere umano nell’insieme del creato”».

Padre Guglielmo Spirito, che insegna teologia spirituale all’Antonianum e ad Assisi, conclude: «Questo simposio è un unicum nelle relazioni tra ortodossi e latini. Il fatto che quest’anno si sia avvertita l’esigenza da entrambe le parti di riflettere sul cambiamento antropologico in atto la dice lunga sull’urgenza di comprendere cosa sia, e cosa stia diventando, l’uomo (e la donna) oggi. Che, è bene ricordarlo, non è certo solo un problema delle Chiese».