Chiesa Cattolica – Italiana

Luciani, Parolin: il suo sapere senza frontiere, ancora molto cammino per conoscerlo

Umile e in grado di portare il messaggio di salvezza a tutti: era così Giovanni Paolo I, Papa per soli 34 giorni, ricordato oggi pomeriggio a Venezia con la dedicazione della Sala della Biblioteca che raccoglie le sue opere e la presentazione dell’edizione critica di Illustrissimi, l’unico libro licenziato da Pontefice, a cura della giornalista Stefania Falasca

Alvise Sperandio – Venezia

Papa Giovanni Paolo I e Venezia, un legame sempre vivo, che ora si fa ancora più forte. Si è svolta ieri nella città lagunare una doppia celebrazione per ricordare il beato Albino Luciani promossa dalla Fondazione Vaticana a lui intitolata, col ministero della Cultura: dapprima gli è stata dedicata la sala della Biblioteca diocesana dove sono stati raccolti i suoi scritti e i suoi libri, con la benedizione del patriarca di Venezia Francesco Moraglia; quindi, a Palazzo Ducale, nella sala del Piovego, è stata presentata l’edizione critica del volume “Illustrissimi”, la raccolta delle sue lettere immaginarie rivolta a grandi personaggi della storia, a cura della giornalista vaticanista, postulatrice della causa di canonizzazione e vicepresidente della Fondazione Stefania Falasca, che ci ha lavorato per anni dedicandoci il dottorato di ricerca in Italianistica all’Università di Roma Tor Vergata. Erano presenti, tra le numerose autorità, il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, presidente della Fondazione; il cardinale prefetto del Dicastero vaticano per la cultura, Tolentino de Mendonca, che ha tenuto la lectio magistralis; e il cardinale Beniamino Stella. E ancora, per quelle civili: il prefetto Darco Pellos, il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.

L’edizione critica di “Illustrissimi” a cura di Stefania Falasca

Gli scritti di Luciani di nuovo a disposizione di Venezia

Papa Luciani, originario di Canale d’Agordo, fu sacerdote a Belluno, vescovo a Vittorio Veneto, patriarca di Venezia, Papa per soli 33 giorni. La giornata a Venezia si è aperta con l’atto di dedicazione della sala della biblioteca diocesana “Benedetto XVI”, al primo piano del complesso in Punta della Dogana vicina alla basilica della Madonna della Salute e del Seminario. Il patriarca Moraglia ha scoperto la targa all’entrata. Quindi ha guidato la preghiera. “Luciani – ha detto il patriarca Moraglia – non fu solo umile, ma anche uomo intelligente e colto. L’intelligenza e la cultura erano il suo intimo sentire con cui si confrontava all’interno dei contesti pastorali in cui è stato, per annunciare il Vangelo e riuscire a parlare con gli uomini e le donne del suo tempo. Senza dimenticare la saggia e garbata ironia che traspare dalle sue lettere, sintesi tra umiltà e intelligenza. La santità è fatta anche di sapiente ironia come ci insegnano anche Tommaso Moro, Filippo Neri e Benedetto XIV”. Il cardinale Parolin ha citato la parabola della moneta smarrita dell’evangelista Luca: “Siamo in un luogo – ha affermato il segretario di Stato Vaticano –particolarmente significativo per studio e ricerca, vicino alla basilica tanto cara a Luciani. Carte e libri erano l’unico e inseparabile bagaglio in ogni sede del suo ministero. Dopo la sua morte il patrimonio librario è andato in gran parte disperso e non risultano disposizioni ultime da Papa. Nel 2020 è iniziato il ritorno in Vaticano e ora qui in Patriarcato è possibile fare memoria viva e accessibile del suo patrimonio librario con un lavoro di recupero, catalogazione e studio che ne fanno fonte privilegiata per la formazione sulla sua opera e il suo magistero”.

Illustrissimi e l’insegnamento spirituale di Giovanni Paolo I

Folto il pubblico per il convegno a Palazzo Ducale, presenti anche tanti parenti di Giovanni Paolo I. Il convegno, moderato dal direttore del Gazzettino Roberto Papetti, si è aperto con la lettura dei saluti inviati dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il presidente del Veneto Luca Zaia, il sovrintendente Fabrizio Magani. Quindi si è entrati nel vivo della presentazione dell’edizione critica di “Illustrissimi”, che è l’unico libro licenziato da Luciani come Papa, una silloge di quaranta lettere cui Giovanni Paolo I diede l’imprimatur, indirizzate – come spiega l’autrice Falasca – a un caleidoscopio di personaggi reali e fittizi, da cui emerge, nitido, lo stile del Papa beato e il suo modo di parlare a tutti col sermo humilis, per portare la salvezza annunciata dal Vangelo a chiunque, nessuno escluso, con quello che Sant’Agostino ha definito la forma eccelsa per comunicare la verità cristiana. Un Papa semplice, vicino alla gente anche nel linguaggio ma non per questo impreparato, anzi colto ed erudito di solidissima formazione. “Se non avessi fatto il prete, avrei fatto il giornalista”, disse egli stesso, come ricordato da Papetti. Per la prima volta Illustrissimi raccoglie la genesi delle lettere che negli anni Settanta erano pubblicate sul Gazzettino e sul mensile francescano di Padova Il Messaggero di Sant’Antonio, con una minuziosa ricerca e lo studio delle fonti, col relativo apparato di note e varianti.

La presentazione di “Illustrissimi” a Palazzo Ducale a Venezia

Luciani tra i santi umoristi

“Nel beato Luciani era vivissimo il primato di Cristo. Era umile nella libertà. Tra le penne più brillanti dell’episcopato”, ha dichiarato a Palazzo Ducale Moraglia, mentre il cardinale Parolin ha parlato di “un’importanza inversamente proporzionale alla durata del pontificato. Papa Giovanni Paolo I era punto di riferimento imprescindibile ed esempio nella Chiesa universale. Maestro del parlare a tutti per portare il messaggio evangelico di salvezza”. Durante il convegno sono stati letti dei brani del volume, con intermezzi musicali. Il cardinale Tolentino de Mendonca ha riflettuto sulla vicinanza tra il pensiero di Luciani e il patrono dei giornalisti San Francesco di Sales, sottolineando che “nella tempra bonaria del Papa c’era la coscienza profonda che la verità va esposta delicatamente, un’intuizione spirituale in linea con il Vangelo. La cordialità di Luciani – ha spiegato – non è solo un tratto del suo temperamento, ma un metodo spirituale assunto credibilmente come espressione di un cuore pastorale e testimonianza di autentica vita cristiana. Quando entriamo in contatto col pensiero di Giovanni Paolo I ci colpisce che l’obbiettivo era aiutarci a convertirci con lo strumento dell’umorismo, che dimostra portata, originalità e finezza della sua saggezza. Dobbiamo mettere Giovanni Paolo I dalla parte dei santi umoristi”. In conclusione Stefania Falasca ha ricordato che “Luciani qui a Venezia ha dimostrato di essere scrittore e critico letterario. Ritorna in questa città: lui stesso aveva il desiderio di ritornare alle origini, qui dov’è nato Ilustrissimi, in questa città che è simbolo del ponte tra Occidente e Oriente e di apertura al mondo, com’era lo stesso Giovanni Paolo I e come ci ha insegnato con il suo grandioso spessore umano. Luciani era un uomo buono e ha fatto tanto del bene: come postulatore mi auguro che ci siano altri eventi a Venezia per ricordare Luciani dal punto di vista non solo culturale ma anche sociale. Sarebbe bello dedicare alcuni luoghi alla sua memoria, ad esempio una parte dell’ospedale Civile e che ci fossero alcune grazie”.

Un momento di musica durante la presentazione di “Illustrissimi” a Venezia

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti